La corsa all'intelligenza artificiale è una febbre che non risparmia nessuno, tantomeno le grandi compagnie cinesi di telecomunicazioni: secondo quanto riportato da The Register, le grandi aziende cinesi del settore delle telco stanno spendendo miliardi di dollari per acquistare server da dedicare all'intelligenza artificiale.
Tra queste China Mobile, il principale operatore telefonico della Cina, ha intenzione di comprare quasi 8.000 macchine per l'IA e renderle operative già da quest'anno.
La notizia è stata condivisa inizialmente da Feng Yao, reporter di China Fund News: il giornalista ha condiviso un bando di gara emesso dalla testata per l'appalto di nuovi centri di calcolo intelligenti. Nel documento la compagnia specifica che ha intenzione di acquistare 7.994 server specializzati, il più grande acquisto di questo tipo in Cina fino a oggi.
Anche China Unicom, un altro operatore di telefonia della Repubblica, sta investendo pesantemente sull'IA: lo scorso mese la compagnia ha acquistato oltre 2.500 server specializzati e similmente China Telecom ha indetto gare d'appalto per lo stesso scopo.
La China International Capital Corporation, società cinese di gestione degli investimenti e servizi finanziari, ritiene che la spesa degli operatori telco dedicata alla potenza di calcolo per l'IA è destinata a crescere molto più rapidamente rispetto al tasso di crescita medio delle spese in conto capitale.
Non si sa ancora con certezza quali siano i motivi esatti per cui queste compagnie stanno investendo così ampiamente sull'IA, ma è probabile che, almeno in buona parte, i nuovi server servano per supportare le operazioni di IA generativa per migliorare il customer service.
The Register evidenzia che, al di là dell'utilizzo che ne faranno, la vera domanda è da dove le compagnie cinesi acquisteranno le GPU: China Mobile, China Telecom e China Unicom sono state identificate dal Dipartimento della Difesa U.S.A. come entità legate alle forze militari cinesi e per questo i produttori statunitensi non possono vendergli le proprie GPU.
Una soluzione già sperimentata per eludere l'embargo sarebbe quella di acquistare i chip tramite rivenditori come Dell, Gigabyte o Super Micro, sfruttando la mancanza di visibilità di produttori come Nvidia sulla supply chain.