Approfondimenti L'AI sicura: da sfida tecnologica a necessità aziendale
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09/04/2025

Lo scenario cloud tra Italia, Grecia e Cipro

L'AI sicura: da sfida tecnologica a necessità aziendale

Nell'era dell'intelligenza artificiale, la protezione dei dati assume un ruolo cruciale di cui poche organizzazioni comprendono pienamente la portata. Mentre le imprese italiane, come quelle del resto del mondo, abbracciano con entusiasmo le potenzialità dell'AI per trasformare processi e creare nuove opportunità di crescita, si trovano simultaneamente ad affrontare una sfida senza precedenti: come garantire la sicurezza di un patrimonio informativo che fluisce in ecosistemi sempre più dinamici e complessi. Le tradizionali barriere di protezione, efficaci in passato, si rivelano oggi inadeguate di fronte a sistemi che elaborano, condividono e generano dati con modalità completamente nuove.

Il paradosso dell'intelligenza artificiale: più potenza, maggiori vulnerabilità

L'avanzamento tecnologico ci pone di fronte a un evidente paradosso. Secondo una recente analisi di McKinsey, i rischi legati alla cybersecurity dell'AI rappresentano la preoccupazione principale sia per i dirigenti che per i dipendenti delle aziende che hanno adottato soluzioni di intelligenza artificiale. Non è un caso che questo tema emerga con particolare evidenza in corrispondenza di ricorrenze come la Giornata Mondiale del Backup e della Sicurezza del Cloud, momenti che invitano alla riflessione su come proteggiamo le nostre informazioni digitali.

La particolarità dell'AI risiede nella sua fame insaziabile di dati: maggiore è il volume informativo disponibile, più sofisticati e accurati diventano i risultati prodotti. Questo meccanismo, alla base del successo dell'intelligenza artificiale, crea però un flusso di informazioni che attraversa ambienti diversi - dai sistemi locali alle piattaforme cloud, fino ai servizi esterni - con una velocità e una scala che rendono praticamente impossibile il monitoraggio con strumenti convenzionali.

Il problema non è banale, soprattutto per il tessuto imprenditoriale italiano, caratterizzato da una elevata presenza di PMI che spesso non dispongono di sistemi informativi all'avanguardia. In molti casi, dati sensibili vengono inconsapevolmente incorporati in modelli di AI senza che vi sia una chiara comprensione di come verranno utilizzati o dove finiranno.

La sicurezza dell'AI non è più solo una questione tecnica, ma un imperativo strategico per la sopravvivenza aziendale.

La trappola della "scatola nera"

Un elemento particolarmente problematico riguarda l'opacità di molti sistemi di intelligenza artificiale. Come evidenziato dal rapporto Gartner del 2023, ben il 60% delle organizzazioni ammette di non sapere dove risiedono i propri dati critici, una situazione che assume connotati ancora più preoccupanti quando questi dati alimentano algoritmi di AI che operano come vere e proprie "scatole nere".

Per le aziende italiane dei settori più regolamentati come sanità e finanza, questo rappresenta un rischio concreto non solo dal punto di vista della sicurezza, ma anche della conformità normativa. Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati europeo, infatti, impone requisiti stringenti sulla tracciabilità e la trasparenza nel trattamento delle informazioni personali, principi difficilmente conciliabili con algoritmi di cui non si comprende il funzionamento interno.

Questa situazione è ulteriormente complicata dalla natura dinamica dei modelli di AI, che apprendono e si adattano continuamente, rendendo insufficienti le tradizionali misure di protezione statiche. Come ha dimostrato recentemente il caso di alcuni istituti bancari italiani che hanno implementato soluzioni di AI predittiva, la mancanza di visibilità sui processi decisionali automatizzati può portare a gravi conseguenze legali e reputazionali.

Dalla reazione alla prevenzione: un cambio di paradigma necessario

La transizione verso un approccio proattivo nella governance dei dati rappresenta oggi una necessità imprescindibile. Le organizzazioni più avanzate nel panorama italiano stanno già abbandonando l'approccio tradizionale basato sulla risposta agli incidenti per abbracciare una filosofia di sicurezza integrata nei processi fin dalla progettazione.

Questo cambiamento si concretizza innanzitutto nell'implementazione di sistemi di tracciamento della provenienza dei dati che permettono di monitorare in tempo reale come le informazioni vengono elaborate e trasformate all'interno degli ecosistemi di AI. Solo conoscendo esattamente l'origine, le trasformazioni e l'utilizzo dei dati è possibile garantire che le decisioni guidate dall'intelligenza artificiale siano accurate, imparziali e conformi alle normative.

Un altro aspetto fondamentale riguarda l'automazione dei controlli di sicurezza. In un contesto in cui i dati si muovono continuamente tra sistemi diversi, le policy di sicurezza devono potersi adattare dinamicamente, seguendo le informazioni ovunque esse si spostino. Ciò richiede l'implementazione di architetture moderne come il data lakehouse e strategie di gestione multi-cloud che garantiscano coerenza e continuità nella protezione del patrimonio informativo.

Il valore strategico della sicurezza dei dati nell'era dell'AI

Le conseguenze di una governance inadeguata dei dati nell'AI vanno ben oltre i problemi tecnici, traducendosi in impatti diretti sul business. Per le aziende italiane, spesso già alle prese con sfide competitive significative sui mercati internazionali, una violazione della sicurezza o una non conformità normativa può comportare danni finanziari e reputazionali devastanti.

La buona notizia è che investire nella sicurezza proattiva dei dati non rappresenta solo un costo necessario, ma un vero e proprio vantaggio competitivo. Le organizzazioni che riescono a garantire un utilizzo sicuro e trasparente dell'intelligenza artificiale non solo mitigano i rischi, ma costruiscono un rapporto di fiducia con clienti e partner sempre più attenti alle questioni legate alla privacy e all'uso etico dei dati.

Nel contesto italiano, caratterizzato da una crescente consapevolezza sui temi della sicurezza digitale, le aziende che sapranno integrare efficacemente protezione dei dati e innovazione tecnologica saranno quelle in grado di sfruttare pienamente le potenzialità dell'AI senza comprometterne l'affidabilità e la conformità normativa.

La sfida della sicurezza nell'era dell'intelligenza artificiale non è quindi solo tecnica, ma culturale e strategica: richiede un ripensamento profondo del modo in cui le organizzazioni gestiscono, proteggono e valorizzano il loro patrimonio informativo, adottando un approccio che vede nella governance proattiva dei dati non un ostacolo all'innovazione, ma il suo necessario fondamento.

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