A che punto è l'Italia nel percorso di digitalizzazione? Secondo l'Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia di TEHA Group in collaborazione con Fondazione IBM Italia, il nostro Paese soffre di diversi punti critici, ma al contempo dimostra di essere innovativo in altre aree.
Se da una parte infatti l'Italia risulta essere il fanalino di coda dell'Europa in termini di digitalizzazione dei cittadini, dall'altra vanta il primato europeo per progetti di Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione, il 6° posto per copertura 5G e si distingue per i 48 miliardi di euro destinati alla transizione digitale, la quota più alta tra i paesi europei.
"Dalla ricerca emerge un’Italia che, da un lato, si colloca fra i paesi meno digitalizzati d’Europa, ma che, dall’altro, mostra performance di eccellenza rispetto ad alcuni parametri importanti, come l’adozione dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione, gli investimenti in digitalizzazione, o ancora la copertura 5G" ha commentato Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Responsabile Scenari & Intelligence di TEHA Group. "Rispetto ad altri metodi di misurazione della trasformazione digitale di un Paese, il Tableau de Bord che abbiamo elaborato in collaborazione con Fondazione IBM Italia ci consente di individuare non solo i punti di forza, ma anche le aree su cui intervenire con politiche mirate per migliorare la competitività dell’Italia"
Nel dettaglio, l'Italia è al 23° posto per digitalizzazione dei cittadini, con solo il 22% della popolazione che ha competenze digitali superiori a quelle di base. Lato imprese, solo il 28% delle realtà italiane ha un livello di intensità digitale alto o molto alto.
Guardando alla Pubblica Amministrazione, i servizi digitali stanno migliorando, ma ancora solo il 68,5% dei cittadini usa le piattaforme online della PA, una percentuale inferiore a quella della media europea. L'Italia deve quindi lavorare per diventare più competitiva nel panorama digitale europeo.
Arrivano però anche ottimi segnali: l'Italia è infatti 2° in Europa per numero si sperimentazioni totali di IA nella PA e 1° per progetti implementati.
Sfide e priorità per il Paese
Il report di TEHA Group identifica alcune questioni a livello normativo e regolatorio che potrebbero ostacolare le politiche di trasformazione digitale del Paese; tra queste, emerge in primis il rischio di frammentazione di queste politiche che richiede una stretta collaborazione tra gli Stati membri per garantire la coerenza dell'iniziative.
TEHA Group sottolinea che è necessario trovare un equilibrio tra la "self-regulation", nella quale le aziende sviluppano e applicano autonomamente le normative, e una "hard-regulation" che rischia invece di frenare l'innovazione perché difficile da applicare.
L'Osservatorio individua così tre priorità strategiche per sostenere e accelerare la trasformazione digitale del Paese, a cominciare dalla necessità di valorizzare il ruolo di etica, inclusione e collaborazione nel percorso di digitalizzazione.
Questo si traduce in un coordinamento centrale e in una visione unitaria nella gestione dei progetti, oltre a formare le organizzazioni sulle opportunità introdotte dal digitale e dall'IA e a valorizzare la creazione di reti di collaborazione tra imprese.
In secondo luogo occorre promuovere un approccio multidisciplinare alla formazione digitale, rafforzando il sistema di Vocational Education and Training (VET) tramite attività di awareness e comunicazione.
L'Osservatorio propone a correndo anche l'introduzione dell'obbligo di almeno un corso sul legame tra digitalizzazione, governance, etica e sostenibilità nei curricula universitari in ambito ICT, e almeno un corso sull'IA per i curricula non legati al digitale.
Infine, è importante facilitare l'interoperabilità dei dati e una regolamentazione pro-innovazione, per esempio promuovendo l'interoperabilità tra le banche dati delle piattaforme pubbliche tramite l'adozione di standard comuni. È inoltre necessario favorire la diffusione di sandbox regolamentari per sostenere l'innovazione e la crescita.
"Per guidare la trasformazione digitale in modo consapevole, inclusivo e sostenibile sarà fondamentale assicurare un adeguato coordinamento centrale e una visione unitaria nella gestione dei progetti di digitalizzazione della PA, promuovere un approccio multidisciplinare alla formazione digitale nei curricula universitari e nei percorsi di formazione continua e facilitare l’interoperabilità tra le banche dati delle piattaforme pubbliche" ha concluso Tavazzi.