Approfondimenti L'Italia registra importanti progressi nella digitalizzazione, ma i punti critici sono ancora troppi
Marina Londei
6' 21''
04/12/2023

L'Osservatorio sulla Trasformazione Digitale in Italia di The European House - Ambrosetti evidenzia una forte dualità nei processi di trasformazione digitale.

L'Italia registra importanti progressi nella digitalizzazione, ma i punti critici sono ancora troppi

The European House - Ambrosetti, in collaborazione con Fondazione IBM Italia, ha pubblicato la seconda edizione dell'Osservatorio sulla Trasformazione Digitale in Italia, il rapporto annuale che identifica la posizione del Paese in tema di trasformazione digitale sottolineando i progressi dell'ultimo anno e le opportunità di ulteriore crescita.

L'Italia rimane uno tra i Paesi europei più in ritardo per quanto riguarda la digitalizzazione, ricoprendo il 18° posto su 27 secondo l'Indice DESI (Digital Economy and Society Index).

In un evento a Roma tenutosi lo scorso 30 novembre si è discusso dei risultati emersi con diversi stakeholder che hanno fornito diversi punti di vista, da quello istituzionale, a quello aziendale, a quello politico.

I ritardi principali evidenziati nel rapporto sono relativi a temi già noti e afferenti in particolare all'ambito del capitale umano, per cui la quota di laureati in discipline ICT è di solo l' 1,4%, e alla connettività. 

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tecnologia

I risultati del Tableau de Bord

L'Osservatorio ha prodotto un Tableau de Bord finalizzato a interpretare nel dettaglio il posizionamento del sistema-Italia e valutare nel tempo i progressi in ambito digitale.

Il Tableau monitora con continuità l'Italia nel tempo su dimensioni di output e specifici indicatori di input, confrontando il progresso del Paese con altre nazioni di riferimenti. I risultati consentono sia di individuare gli ambiti prioritari su cui intervenire che di attivare di conseguenza azioni correttive mirate.

Il documento considera 33 KPI, dei quali 22 arricchiscono quelli già presenti nel DESI e che, secondo l'Osservatorio, aiutano a individuare tutti i punti di forza del Paese, tenendo conto di ambiti come la cybersecurity, la sostenibilità, l'inclusione sociale, gli ecosistemi e la digital trust.

I nuovi indicatori hanno evidenziato diversi ambiti di sviluppo che hanno registrato miglioramenti significativi sul fronte della digitalizzazione, non rappresentati negli indicatori tradizionali, che dovrebbero spingere il Paese a investire ancora di più sull'innovazione digitalie

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digitalizzazione

L'Osservatorio ha evidenziato un aumento del valore dell'e-commerce di 2,4 volte tra il 2016 e il 2022 e un tasso di inclusione notevole, con 350 milioni di euro già stanziati per progetti di formazione e inclusione digitale tramite il Fondo per la Repubblica Digitale.

Negli ultimi 7 anni il numero di identità digitali (SPID) è passato da meno di 1 milione a circa 35 milioni, e il transato cashless è aumentato di 205 miliardi di euro con +340 milioni di transazioni dirette alla pubblica amministrazione su PagoPA.

Nonostante solo due terzi delle famiglie italiane adottino la banda larga, oggi l'Italia è il 1° paese europeo per copertura 5G (100%) e ha lanciato la nuova strategia per la banda ultra larga. 

"I ritardi del Paese sul fronte della trasformazione digitale sono noti, ma vi sono anche importanti segnali di miglioramento che testimoniano l’impegno e i progressi del Paese, come evidenziato dal Tableau de Bord dell’Osservatorio, che cerca di fotografare in maniera più estesa le dinamiche della digitalizzazione" ha commentato Lorenzo Tavazzi, Partner e Responsabile Scenari & Intelligence di The European House – Ambrosetti.

In generale, l'Italia ha registrato un posizionamento elevato o di eccellenza per un terzo degli indicatori, ma risulta nelle ultime 9 posizioni a livello europeo per 9 indicatori su 24. 

Ciò che emerge è una forte dualità nei processi di trasformazione digitale dove convivono elementi molto arretrati e molto avanzati. Vale la pena di sottolineare un miglioramento del Paese in 6 indicatori, 5 dei quali evidenziano un valore superiore alla media europea, ma anche un peggioramento per 4 dei KPI analizzati. 

Buona parte del ritardo della digitalizzazione in Italia è dovuto anche alla scarsa consapevolezza di cittadini e aziende: secondo l'Osservatorio, solo per il 36% degli italiani la digitalizzazione porterà più vantaggi che svantaggi (contro il 41% medio europeo), mentre per quasi la metà dei cittadini (49%) la trasformazione digitale avrà un effetto nullo. 

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L'intelligenza artificiale per la transizione digitale del Paese

L'intelligenza artificiale continuerà a essere una delle basi fondamentali per definire un piano di transizione digitale efficace. Secondo il rapporto di The European House-Ambrosetti, il mercato dell'IA aumenterà di 20 volte entro il 2030 rispetto al 2021, con una crescita annua media del 39%.

Nonostante ciò, l'Europa sta registrando comunque un forte ritardo negli investimenti su questa tecnologia rispetto a USA e Cina; è necessario quindi rivedere il piano di investimento e tenere conto dei possibili rischi da affrontare, soprattutto in tema di etica e trasparenza.

In Italia le PMIbackbone dell'economia del Paese, dovranno essere poste al centro del processo di transizione digitale guidato dall'IA. Le piccole e medie imprese rappresentano il 61% del Valore Aggiunto dell'economia nazionale, ma sono anche le realtà con minor tasso di digitalizzazione: solo il 27% ha una digital intensity alta o molto alta, l'8% fa analisi di big data e il 18% mette a disposizione servizi di e-commerce, mentre il 93% non usa alcuna tecnologia di IA.

Sempre in relazione all'intelligenza artificiale, 1 azienda su 5 non ha intenzione di cominciare a usare questa tecnologia, soprattutto per mancanza di chiari utilizzi di business.

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Affinché si realizzi il cambiamento, è necessario investire sullo sviluppo delle competenze digitali in grado di guidare la transizione tecnologica del Paese. Al ritmo attuale (6% annuo in media), il numero necessario di talenti specializzati verrà raggiunto solo nel 2044, una data troppo lontana per cogliere i reali benefici delle nuove tecnologie. 

"L’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale ha reso evidente quanto il percorso di trasformazione digitale sia fortemente interconnesso con i principi di etica, inclusione e sostenibilità" ha affermato Alessandra Santacroce, Presidente di Fondazione IBM Italia e Government and Regulatory Affairs Executive di IBM Italia.

"Questo legame deve essere ulteriormente tutelato da un lato tramite una legislazione basata sul rischio, che consenta alla tecnologia di esprimere il proprio potenziale, garantendo al tempo stesso i diritti degli individui, e dall’altro tramite meccanismi di consultazione rivolti a tutti gli attori per assicurare una prospettiva collegiale nella definizione di una strategia-Paese per l’Intelligenza Artificiale".

Le linee d'azione per lo sviluppo digitale in Italia

Dal dibattito sono emerse alcune linee d'azione che possono favorire lo sviluppo tecnologico del Paese.

Il primo passo è promuovere un approccio multidisciplinare alla formazione e allo sviluppo delle competenze in ambito digitale; tra le soluzioni proposte si valuta l'obbligo di almeno un corso riguardante il legame tra digitalizzazione, governance, etica, inclusione e sostenibilità nei curricula universitari in ambito ICT.

Etica e inclusione dovranno essere inoltre tra i principi guida della transizione digitale, in particolare nello sviluppo di progetti digitali della Pubblica Amministrazione; a tal proposito, si ipotizza l'istituzione di figure a livello territoriale che promuovano l'inclusione digitale e monitorino l'implementazione di nuovi progetti.

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digitalizzazione

I benefici dell'IA devono essere colti non solo dalle imprese, ma anche dai cittadini: per questo, l'Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell'Italia ha sottolineato la necessità di un "New Deal" di IA per stimolare la diffusione della tecnologia a livello di sistema-Paese, valorizzando il ruolo di centri di competenze e hub di innovazione su tutto il territorio.

Infine, non può mancare lo sviluppo di strumenti e processi di cybersecurity in chiave competitiva nelle imprese. L'Osservatorio propone l'accompagnamento delle organizzazioni sul campo, con iniziative che promuovano la formazione di competenze in grado di sviluppare la capacità proattiva al rischio cyber.

"In un quadro ricco di opportunità, a partire da quelle offerte dal PNRR e dalle tecnologie emergenti come l’Intelligenza Artificiale, risulta quanto mai prioritario accelerare la transizione in atto, in primis promuovendo le competenze e gli ecosistemi di collaborazione pubblico-privati. Parimenti importante è la piena implementazione degli investimenti previsti dal PNRR che potranno spingere la produttività delle imprese e della PA" ha spiegato Tavazzi.

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