Gli investimenti in AI sono cruciali per aumentare le entrate, ma in Italia solo il 67% delle aziende prevede di aumentare, il prossimo anno, il denaro speso in questa direzione.
Secondo lo studio di ServiceNow “AI Maturity Index”, il 74% delle imprese del nostro Paese ritiene che l’Intelligenza Artificiale sia un traino importante per efficienza e produttività. Il 33% degli intervistati, però, non crede che verranno incrementati gli investimenti in queste tecnologie nel 2025.
Cos’è l’AI Maturity Index
Questo indice prende in considerazione una serie di fattori che rientrano in 5 aree chiave per tutte le organizzazioni: “AI Governance”, “Strategy and Leadership”, “Workflow Integration”, “AI Investments” e “Talent and Workforce”.
L’indice è calcolato grazie a tecniche di modellazione statistica ed econometrica e si pone l’obiettivo di aiutare le aziende ad analizzare le proprie performance in ambito AI rispetto ai competitor.
La ricerca è stata realizzata da Oxford Economics su commissione di ServiceNow. L’indagine ha coinvolto 4.470 responsabili di aziende di tutto il mondo, società che già oggi impiegano l’intelligenza artificiale.
Il campione europeo nello specifico è di 2.157 dirigenti tra Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda, Norvegia, Spagna, Svezia e UK.
I nostri colleghi europei investono di più
C’è un 46% di aziende italiane che dichiara di aver migliorato i processi organizzativi grazie alla creazione di team specializzati in AI e dedicati, ad esempio, a un suo uso responsabile e alla creazione di policy ben precise. La quota di entrate che verranno reinvestite per l’implementazione di tecnologie basate su Artificial Intelligence però è piuttosto bassa, pari solo al 9%.
Il fatto che appena il 67% delle aziende preveda di incrementare l’uso di tecnologie basate su AI il prossimo anno (perché di fatto investire vuol dire proprio questo) posiziona l’Italia all’ultimo posto in area EMEA, piuttosto distante dai Paesi sul podio che sono Spagna (81%), UK (85%) e Olanda (86%).
Perché l’Italia è timida sugli investimenti in AI
La ricerca di ServiceNow evidenzia che il 30% delle aziende italiane sta ancora sperimentando algoritmi e soluzioni AI. Sicuramente le imprese coinvolte nell’indagine sentono la necessità di avere al proprio interno esperti in materia, o almeno personale formato in modo specifico.
Il 50% ha previsto di erogare o acquistare corsi di formazione per consentire a dipendenti e collaboratori di acquisire nuove competenze e capacità, mentre il 53% ha pianificato l’assunzione di un numero maggiore di esperti in AI.
“È fondamentale agire ora per creare una forza lavoro esperta e questo si può ottenere con una duplice strategia, che prevede l’assunzione di specialisti esterni e la formazione interna, per assicurare che le persone in azienda abbiano le competenze necessarie” ha sottolineato Filippo Giannelli, Area VP Israel & Italy e Country Manager ServiceNow Italia.
Siamo nella media europea
Nel nostro Paese ci sono aziende che stanno cercando di sviluppare strategie basate su AI crescendo talenti competenti e curando le policy interne. Di fatto però, il freno alla spinta sugli investimenti non ci permette di spiccare rispetto alla media globale. Il punteggio del nostro AI Maturity Index è perfettamente in linea con la media mondiale e pari a 0,44.
L’epoca dell’intelligenza artificiale è ancora in divenire. Essere tra le aziende che si impegnano per sviluppare strumenti e soluzioni basate su AI significa avere una marcia in più per crescere, collegando big data, automazione e strumenti di sviluppo all’avanguardia.