Approfondimenti Il tasso di adozione dell'IA generativa è in impennata
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07/08/2024

Secondo un report di McKinsey, sempre più aziende stanno adottando l'IA generativa e stanno riscontrando i primi benefici della tecnologia.

Il tasso di adozione dell'IA generativa è in impennata

Con il primo rilascio di ChatGPT, il mondo intero ha conosciuto l'intelligenza artificiale, una tecnologia che prima non era molto nota al grande pubblico. Ora, due anni dopo, gran parte delle organizzazioni ha cominciato a usare seriamente questa tecnologia, traendone valore per il business.

Secondo l'analisi "The state of AI in early 2024: Gen AI adoption spikes and starts to generate value" di McKinsey, condotta su 1400 persone rappresentanti l'intera gamma di mercati, settori, dimensioni aziendali, specializzazioni funzionali e ruoli, il 65% delle imprese usa regolarmente l'IA generativa, una percentuale che è raddoppiata rispetto ai dati di 10 mesi fa.

"Le organizzazioni stanno già riscontrando benefici concreti dall'utilizzo dell'intelligenza artificiale, registrando una riduzione dei costi e un aumento dei ricavi nelle unità aziendali che utilizzano questa tecnologia" si legge nel report.

Dall'analisi emerge che, negli ultimi sei anni, l'adozione dell'IA da parte delle organizzazioni intervistate si era attestata intorno al 50%; quest'anno, il dato è salito al 72%.

Se nel 2023 l'adozione di questa tecnologia non aveva raggiunto il 66% in nessun mercato, quest'anno oltre due terzi delle organizzazioni in tutte le regioni stanno usando l'IA, con i servizi professionali che emergono come il settore in cui viene utilizzata maggiormente.

Il 65% degli intervistati afferma che le organizzazioni utilizzano regolarmente la GenAI in almeno una funzione aziendale, rispetto a un terzo dello scorso anno, e in media questa tecnologia viene usata in due funzioni, soprattutto nel marketing e nelle vendite, dove l'adozione è più che raddoppiata, e nello sviluppo di prodotti e servizi.

 

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L'IA cambia la vita professionale e personale dei dipendenti

Rispetto al 2023, gli intervistati riferiscono di utilizzare più spesso la GenAI anche nella vita privata. L'aumento si è registrato in tutte le regioni, in particolare nell'Asia-Pacifico e soprattutto in Cina. 

Gli intervistati con i livelli di seniority più elevati, inoltre, mostrano un incremento maggiore nell'uso di strumenti di GenAl rispetto ai loro colleghi di livello manageriale medio.

Guardando ai settori specifici, gli intervistati che lavorano nel settore dell'energia e dei materiali e nei servizi professionali registrano il maggior incremento nell'uso della GenAI. 

Cresce il valore degli investimenti nella GenAI

Gli investimenti nella GenAI si concentrano soprattutto nell'ambito delle risorse umane, la funzione per cui la maggior parte degli intervistati riferiscedi aver registrato una riduzione dei costi, mentre gli aumenti significativi dei ricavi (oltre il 5%) sono stati segnalati nella gestione della supply chain e dell'inventario. 

Riguardo l'IA analitica, i vantaggi in termini di costi si sono riscontrati soprattutto nelle operazioni di assistenza, mentre l'aumento più significativo dei ricavi deriva dall'uso della tecnologia per il marketing e le vendite. 

Nella maggior parte dei settori, la maggior parte degli intervistati afferma che le proprie organizzazioni spendono più del 20% in IA analitica rispetto che nell'IA generativa. In generale, il 67% dei rispondenti prevede che le proprie organizzazioni investiranno maggiormente nell'IA nei prossimi tre anni.

 

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Più attenzione ai rischi dell'IA

Oltre all'uso dell'IA, è aumentata anche l'attenzione ai rischi della tecnologia, in particolare quelli legati all'inaccuratezza e alla violazione della proprietà intellettuale; inoltre, metà degli intervistati continua a considerare la cybersicurezza come un rischio.

Al contrario, dal report emerge che le organizzazioni non considerano gli aspetti riguardanti la sostituzione dei lavoratori come rischi particolarmente rilevanti e che non stiano aumentando gli sforzi per mitigarli.

Gli intervistati segnalano in effetti che l'inaccuratezza è l'unico aspetto per il quale le organizzazioni stanno lavorando attivamente per mitigare rispetto allo scorso anno.

Alcune realtà hanno già sperimentato conseguenze negative dall'uso della GenAI, con il 44% degli intervistati che dichiara di averne sperimentato almeno una. Oltre all'inaccuratezza, le imprese hanno avuto problemi di cybersecurity e hanno dovuto affrontare rischi legati alla spiegabilità dei sistemi. 

Nonostante i rischi oggettivi derivanti dall'uso di questa tecnologia, solo il 18% degli intervistati afferma che le proprie organizzazioni dispongono di un Consiglio o di una Board a livello aziendale con l'autorità di prendere decisioni che coinvolgono la governance dell'intelligenza artificiale, e solo un terzo dichiara che la consapevolezza dei rischi dell'intelligenza artificiale e i controlli per la mitigazione dei rischi siano tra le competenze richieste ai professionisti tech.

Come le imprese implementano le soluzioni di GenAI

Ma come e quanto velocemente le organizzazioni stanno implementando i nuovi strumenti di IA? Il report di McKinsey ha individuato tre archetipi per l'adozione dei tool: i takers, ovvero coloro che usano soluzioni disponibili a livello pubblico; gli shaper, i quali personalizzano gli strumenti con sistemi e dati proprietari; infine, i maker che sviluppano i propri modelli da zero.

Nella maggior parte dei settori, le organizzazioni trovano le offerte disponibili a livello pubblico applicabili alle loro esigenze aziendali, anche se molte stanno cercando di sfruttare le opportunità di personalizzare i modelli o addirittura di svilupparne di propri.

Sono soprattutto le organizzazioni del settore dell'energia e dei materiali, della tecnologia e dei media e telecomunicazioni che personalizzano in maniera significativa i modelli esistenti o li sviluppano internamente.

La maggior parte degli intervistati riferisce che le loro organizzazioni hanno richiesto da uno a quattro mesi dall'inizio di un progetto per rendere operativa la GenAI, anche se il tempo necessario varia a seconda della funzione aziendale e dall'approccio per l'acquisizione di tali capacità.

 

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Solo un piccolo sottoinsieme di intervistati attribuisce già più del 10% dell'EBIT (Earnings Before Interests and Taxes, ovvero il reddito operativo aziendale) delle loro organizzazioni all'uso dell'IA generativa.

Di queste realtà considerate high performer, il 42% dichiara che più del 20% dell'EBIT è attribuibile all'uso dell'IA non generativa e analitica, e si tratta di aziende di diversi settori e regioni, anche se la maggior parte di loro lavora in organizzazioni con un fatturato annuo inferiore a 1 miliardo di dollari.

Queste high performer sono organizzazioni che usano la GenAI in una media di tre funzioni di business, rispetto alle due della totalità degli intervistati, e utilizzano più spesso la tecnologia anche in soluzioni per la gestione dei rischi legali e di compliance.

"Sono ormai sette anni che eseguiamo ricerche sull'IA e il ritmo dell'innovazione, l'evoluzione di nuove aziende e la capacità e l'ondata di investimenti sono stati notevoli" sottolinea Bryce Hall, associate partner di McKinsey.

Le organizzazioni che più di altre stanno riuscendo a trarre i benefici dall'IA sono quelle che non solo investono sulla personalizzazione e sullo sviluppo di nuovi modelli, ma hanno un piano di gestione del rischio ben definito e integrano step di testing e validazione attenti nel processo di rilascio dei modelli. 

"Il vantaggio competitivo deriva dalla creazione di capacità organizzative e tecnologiche per innovare, distribuire e migliorare ampiamente le soluzioni su scala: in pratica, ricablare l'azienda per l'innovazione distribuita del digitale e dell'IA" conclude Hall.

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