Approfondimenti Il CEO di Zoom vuole introdurre cloni di IA nei meeting
Marina Londei
6' 5''
05/06/2024

Eric Yuan, fondatore e CEO di Zoom, ha una visione molto ambiziosa per la propria piattaforma: introdurre cloni digitali che partecipino ai meeting al posto degli utenti.

Il CEO di Zoom vuole introdurre cloni di IA nei meeting

In un'intervista con Nillay Patel, Eric Yuan, CEO e fondatore di Zoom, ha rivelato di avere grandi piani in mente per la sua piattaforma di videoconferenza, compresa l'introduzione di cloni generati da intelligenza artificiale che presenzieranno alle riunioni al posto degli utenti.

Oggi qualsiasi azienda sta investendo sull'IA e Zoom non poteva tirarsi indietro di fronte a questa sfida: l'obiettivo è rendere sempre più semplice partecipare (o non partecipare) alle conferenze video, in qualsiasi luogo ci si trovi. 

"Ci stiamo imbarcando in un viaggio 2.0" ha affermato Yuan. "Il nostro slogan era 'Lavora Felice'. Adesso, guardando al 2.0 è diverso. È 'Lavora Felice con il tuo assistente Zoom di IA". 

L'idea è di utilizzare una versione digitale di se stessi per partecipare alle riunioni, controllare le email e fare telefonate di routine mentre ci si trova altrove a occuparsi di attività a più alto valore o, aggiunge Yuan, in vacanza.

"Oggi passiamo molto tempo a fare telefonate, a partecipare a riunioni, a inviare e-mail, a cancellare e-mail di spam e a rispondere a messaggi di testo, siamo sempre molto impegnati. Come possiamo sfruttare l'intelligenza artificiale, come possiamo sfruttare Zoom Workplace per automatizzare completamente questo tipo di lavoro? È un aspetto molto importante per noi" ha spiegato il CEO di Zoom. 

I piani della compagnia sono ambiziosi ma l'intelligenza artificiale non è ancora pronta per quel livello di autonomia: secondo Yuan, solo tra cinque o sei anni l'IA riuscirà a svolgere il 90% del lavoro e occuparsi delle interazioni online, permettendo agli utenti di dedicarsi ai rapporti di persona. 

Yuan vuole che i lavoratori dicano finalmente addio ai numerosi meeting giornalieri che rallentano il loro lavoro non solo per velocizzare lo svolgimento di altre attività, ma anche per godersi più tempo libero e coltivare le loro passioni.

L'IA non solo potrà presenziare al nostro posto durante i meeting, ma riuscirà a svolgere un numero sempre maggiore di attività in autonomia, permettendo di ridurre la settimana lavorativa a tre o quattro giorni. "Chat e messaggi, chiamate, email, whiteboard, coding, task creativi, task manageriali, gestione di progetti - tutte queste queste con l'aiuto dell'IA e delle nuove applicazioni. Questa è la direzione. Questo è parte della nostra piattaforma Workplace. È il nostro viaggio 2.0" ha affermato Yuan.

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videoconferenza

L'IA prende il nostro posto nei meeting

I meeting sono diventati un problema non da poco: in una sola giornata possono esserci anche 10 meeting diversi e, a seconda del proprio ruolo, ogni incontro (o quasi) prevede di prendere delle decisioni ed eseguire attività in base a ciò che si è discusso. Nel caso qualcuno non possa partecipare, bisogna riprogrammare la riunione e destreggiarsi di nuovo con un calendario sempre pieno.

L'IA non solo può organizzare gli incontri durante la settimana e trovare automaticamente lo slot migliore per tutti, ma in futuro potrebbe anche capire a quali meeting è possibile partecipare solo con un clone e in quali invece è richiesta la presenza reale. A fine incontro, l'intelligenza artificiale può elaborare un riassunto della discussione e inviarlo a chi non è riuscito a partecipare e guidare il gruppo verso le decisioni migliori. 

Secondo Yuan, il motivo per cui oggi l'IA non è ancora pronta per abilitare i cloni digitali è perché si utilizzano degli LLM generici che non catturano le peculiarità delle persone: il CEO di Zoom ritiene che ogni clone dovrebbe essere istruito su un particolare LLM creato sul singolo utente.

Unita all'uso di visori per la realtà virtuale, l'intelligenza artificiale può abilitare esperienze del tutto nuove in cui due cloni comunicano tra loro in un ambiente virtuale, ciascuno di essi costruito sulle peculiarità dell'utente. Le tecnologie hanno ancora molta strada da fare per abilitare questo tipo di comunicazione, ma Yuan è ottimista sul futuro delle interazioni. 

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metaverso

Il futuro dell'IA è ricco di opportunità

Sebbene l'idea di mandare un clone digitale al nostro posto addestrato sul nostro modo di pensare e di fare sia allettante, viene da chiedersi se gli LLM saranno abbastanza precisi da non fare errori, o perlomeno di non commetterne di troppo grossi che hanno impatti negativi su tutta l'azienda.

Yuan riconosce che l'IA al momento è in grado di generare in modo piuttosto preciso i riassunti delle riunioni, ma gestire un clone digitale è ben altra cosa: la tecnologia non è ancora pronta, ma ha il potenziale per diventarlo nei prossimi anni, eliminando del tutto il problema delle allucinazioni.

Yuan è convinto che il futuro della tecnologia sia ricco di opportunità, ma per coglierle è necessario abbracciare il cambiamento e rivoluzionare la cultura aziendale; solo così sarà possibile supportare l'innovazione.

Zoom lavorerà su questa direzione, dando al contempo priorità alle esigenze degli utenti, rispondendo alle reali necessità dei consumatori. Non mancheranno poi investimenti consistenti nell'IA per far progredire la tecnologia dal punto di vista applicativo. 

Secondo Yuan, di spazio per innovare ce n'è ancora molto e l'interazione tra cloni digitali è una delle soluzioni su cui la sua compagnia vuole concentrarsi per rivoluzionare l'esperienza dei meeting. 

Nel perseguire questa strada, Zoom pone molta attenzione anche alle questioni di privacy dei dati e di sicurezza: con i cloni digitali durante i meeting, il rischio è che un attaccante usi la tecnologia deepfake per fingersi l'utente collegato. 

La compagnia sta dando priorità alla sicurezza dei consumatori; a tal proposito, la scorsa settimana ha lanciato la prima cifratura post-quantistica del settore con l'obiettivo di proteggere le comunicazioni e, in futuro, individuare i cloni digitali "reali" e bloccare i deepfake. 

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videoconferenza

Yuan vuole spingersi oltre e potenzialmente permettere agli utenti di avere decine di cloni digitali che possono partecipare contemporaneamente a più sessioni. Ogni clone può specializzarsi in un'area specifica, chi nelle vendite chi in ambiti più ingegneristici, autenticandosi tramite IA per confermare la propria autenticità.

Idealmente i cloni digitali daranno la possibilità alle persone di scegliere se partecipare personalmente ai meeting o se lasciare a loro il compito di seguire determinati incontri. La differenza secondo Yuan sta proprio nel fatto che essere presenti alle riunioni sarà una scelta e non più un obbligo.

Inizialmente non sarà semplice coinvolgere tutti gli utenti: molti continueranno a essere scettici e l'adozione sarà graduale. "Devi concentrati sugli early adopters - migliorare la tecnologia rendendola sempre migliore finché non diventa un servizio mainstream" ha spiegato Yuan. Il CEO di Zoom si è detto determinato a perseguire questa visione e rendere l'esperienza degli utenti sempre più confortevole e completa. 

"Voglio che l'utente finale si renda conto che Zoom è una piattaforma di collaborazione sul posto di lavoro. È più di un semplice tool di videoconferenza. Questo è un aspetto. Un'altra cosa è che Zoom AI Companion è presente, ha ottime funzioni ed è molto preciso senza costi aggiuntivi. Penso che gli utenti finali debbano accettare più funzioni di IA. Abbiamo già implementato molte funzioni, ma abbiamo intenzione di implementare altre funzioni AI. Credo che un numero maggiore di clienti, se le adotteranno, si renderanno conto che non avevano mai pensato a questa o a quell'altra funzione. Indovinate un po'? Questa è innovazione" ha concluso Yuan. 

 

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