Tecnologia I truffatori usano l'IA per rubare lavori da remoto
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18/04/2025

L'intelligenza artificiale generativa alimenta una nuova minaccia per le aziende: candidati che fingono di essere chi non sono.

I truffatori usano l'IA per rubare lavori da remoto

L'evoluzione delle tecnologie di intelligenza artificiale generativa sta aprendo inquietanti scenari nel mondo del lavoro, trasformando la ricerca di impiego in un potenziale campo minato per le aziende. Secondo recenti indagini, un fenomeno in rapida crescita vede truffatori utilizzare strumenti AI per creare identità completamente fittizie con cui candidarsi a posizioni lavorative remote, rappresentando una minaccia concreta alla sicurezza aziendale e alla protezione dei dati sensibili.

L'identità lavorativa nell'era dell'inganno digitale

Le stime sono allarmanti: entro il 2028, secondo la società di ricerca Gartner, un candidato su quattro potrebbe essere completamente falso. Gli impostori stanno perfezionando l'uso dell'intelligenza artificiale per creare profili fittizi completi di documenti d'identità contraffatti, curriculum lavorativi inventati e, in casi sempre più frequenti, video deepfake per sostenere colloqui a distanza senza mai mostrare il proprio vero volto.

Le motivazioni dietro queste elaborate truffe vanno ben oltre il semplice guadagno economico. Una volta ottenuto l'impiego, questi falsi dipendenti possono accedere a informazioni riservate, sottrarre segreti industriali o fondi aziendali, installare malware per richiedere successivamente riscatti, o addirittura - come emerso in alcuni casi documentati - devolvere lo stipendio percepito a entità come il governo nordcoreano.

Se inizialmente le aziende nel settore della cybersecurity e delle criptovalute rappresentavano i bersagli preferiti, oggi nessun comparto industriale può considerarsi immune da questo fenomeno in espansione, che sta ridefinendo i protocolli di assunzione in tutto il mondo professionale.

L'identità digitale è diventata il nuovo perimetro di sicurezza aziendale.

La risposta tecnologica: verifiche biometriche e autenticazione avanzata

Le organizzazioni che hanno già subito questo tipo di frode stanno correndo ai ripari implementando soluzioni tecnologiche specifiche. Tra queste, l'adozione di sistemi di verifica dell'identità in grado di autenticare i candidati attraverso processi biometrici e programmi di autenticazione video capaci di identificare le manipolazioni digitali tipiche dei deepfake.

La pandemia ha accelerato drasticamente questa transizione: secondo uno studio condotto da PYMNTS Intelligence in collaborazione con Jumio, le procedure di assunzione, inserimento e formazione da remoto si sono confermate tra le sfide più complesse per i datori di lavoro contemporanei. Le soluzioni di verifica dell'identità digitale sono emerse come strumenti essenziali per sostituire processi manuali ingombranti con alternative digitali più sicure ed efficienti.

Un fenomeno in crescita nell'ecosistema delle minacce cyber

Il problema delle false candidature si inserisce in un contesto più ampio di minacce informatiche che colpiscono le imprese. Secondo il rapporto dell'FBI sui crimini informatici, nel solo 2023 gli attacchi di compromissione delle email aziendali (BEC) negli Stati Uniti hanno causato perdite per 2,9 miliardi di dollari, mentre gli attacchi malware hanno rappresentato ulteriori 59,6 milioni di danni economici.

Le aziende stanno rispondendo con l'implementazione di sistemi di difesa avanzati. Proofpoint, ad esempio, ha sviluppato un sistema di difesa preventivo contro l'ingegneria sociale e i link malevoli, mentre altre realtà tecnologiche stanno investendo in soluzioni integrate. Come sottolineato da Darren Lee, vicepresidente esecutivo di Proofpoint: "Le organizzazioni necessitano di un metodo semplice, unificato ed efficace per intercettare ogni minaccia, ogni volta, in qualunque modo un utente possa incontrarla".

Il futuro del reclutamento nell'era dell'intelligenza artificiale

Il settore delle risorse umane si trova a un punto di svolta: le stesse tecnologie che permettono modalità di lavoro più flessibili e processi di selezione più efficienti vengono ora sfruttate per eludere i controlli tradizionali. Questa situazione sta spingendo verso l'adozione di approcci multi-livello nella verifica delle identità, combinando tecnologie di riconoscimento biometrico, analisi comportamentale e protocolli di autenticazione continua.

Per le aziende italiane, tradizionalmente più orientate ai colloqui in presenza, questa nuova realtà rappresenta una sfida culturale oltre che tecnologica. L'adozione di pratiche di verifica d'identità mutuate dal settore bancario e finanziario - dove l'Italia vanta un'esperienza consolidata - potrebbe offrire un vantaggio competitivo nell'affrontare questa emergente forma di frode professionale.

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