News Microsoft inizia l'anno fiscale con nuovi tagli
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09/07/2025

Tagli drastici in arrivo: 9.000 dipendenti a rischio licenziamento secondo le ultime indiscrezioni aziendali

Microsoft inizia l'anno fiscale con nuovi tagli

Il colosso tecnologico di Redmond sembra aver trasformato i tagli del personale in una strategia ricorrente, con l'ultima ondata di licenziamenti che dovrebbe coinvolgere circa 9.000 dipendenti, pari al 4% della forza lavoro totale. Questa nuova riduzione si inserisce in un quadro più ampio di ristrutturazione aziendale che ha caratterizzato l'intero 2025, portando Microsoft a eliminare complessivamente oltre 16.000 posizioni lavorative nell'arco di soli dodici mesi. La situazione riflette una tendenza del settore tecnologico che vede le grandi corporation ripensare radicalmente le proprie strutture organizzative in risposta alle pressioni del mercato e all'evoluzione tecnologica.

Una strategia di ridimensionamento senza precedenti

I numeri parlano chiaro: se nel 2023 Microsoft aveva già fatto notizia licenziando oltre 10.000 persone in quello che venne definito un anno di "massacro", il 2025 potrebbe superare quel record negativo. La sequenza dei tagli ha seguito un ritmo quasi metodico: a gennaio una riduzione dell'1% del personale, a maggio un ulteriore 3% (circa 7.000 posizioni), e ora questa nuova ondata che promette di essere la più consistente. L'azienda ha mantenuto un approccio trasversale, colpendo team diversi, aree geografiche differenti e livelli di anzienità variabili.

Particolarmente significativo è il fatto che questi licenziamenti non rientrino tutti nello stesso anno fiscale di Microsoft, che inizia il 1° luglio. Una coincidenza che alcuni analisti interpretano come una strategia per distribuire l'impatto finanziario e mediatico delle ristrutturazioni.

Il ruolo dell'intelligenza artificiale nei licenziamenti

La questione più delicata riguarda il legame tra i licenziamenti e l'adozione massiccia dell'intelligenza artificiale. Gli ingegneri software sono stati particolarmente colpiti dai tagli di maggio, alimentando speculazioni su una possibile sostituzione delle competenze umane con sistemi automatizzati. Il CEO Satya Nadella ha rivelato che il 30% del codice Microsoft viene ora scritto dall'IA, una percentuale che evidenzia l'accelerazione nell'adozione di queste tecnologie.

L'automazione sta ridisegnando il panorama lavorativo del settore tech

Nonostante le evidenze, Microsoft ha sempre negato di stare licenziando persone per sostituirle con l'intelligenza artificiale. Tuttavia, la coincidenza temporale tra l'espansione delle capacità IA e la riduzione della forza lavoro umana solleva interrogativi sulla reale strategia aziendale. La compagnia si limita a fornire dichiarazioni standard, sostenendo di implementare "cambiamenti organizzativi necessari per posizionare al meglio l'azienda in un mercato dinamico".

Un fenomeno che coinvolge tutto il settore

Microsoft non rappresenta un caso isolato nel panorama tecnologico globale. Il settore sta attraversando una fase di profonda trasformazione, con le assunzioni in stallo e una generale incertezza economica che spinge le aziende a ripensare le proprie strategie occupazionali. L'hype dell'intelligenza artificiale si accompagna paradossalmente a una riduzione delle opportunità lavorative tradizionali, creando un mercato del lavoro sempre più polarizzato.

La risposta delle aziende a questo scenario è spesso quella di richiedere competenze specifiche in ambito IA, trasformando il curriculum vitae in un documento dove le capacità legate all'intelligenza artificiale diventano discriminanti per l'assunzione. Questa evoluzione riflette una transizione epocale che sta ridefinendo non solo le competenze richieste, ma anche la struttura stessa delle organizzazioni tecnologiche.

Il silenzio ufficiale di Microsoft sui dettagli di questa nuova ondata di licenziamenti, accompagnato dalle solite dichiarazioni generiche fornite ai media, suggerisce che l'azienda stia navigando con cautela in acque agitate. La mancanza di trasparenza sui criteri di selezione e sulle motivazioni specifiche dei tagli lascia spazio a interpretazioni e speculazioni, in un momento in cui il settore tecnologico sta ridefinendo completamente il proprio rapporto con il capitale umano.

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