News I lavoratori moderni vogliono usare l’AI con i comandi vocali
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09/11/2024

Il 38% dei lavoratori della conoscenza ritiene l’interazione vocale essenziale per l’uso dell’IA, dimostrando un crescente interesse verso tecnologie più naturali per migliorare la produttività e il benessere.

I lavoratori moderni vogliono usare l’AI con i comandi vocali

L’adozione dell’intelligenza artificiale continua a espandersi nei luoghi di lavoro, ma un aspetto evidenziato da una recente ricerca di Jabra è l’importanza dell’interazione vocale. Secondo il rapporto, il 38% dei knowledge worker italiani ritiene che la voce sia il modo migliore per utilizzare l’IA. 

Questa preferenza non sorprende se si considera la natura immediata e intuitiva della comunicazione vocale. La ricerca conferma infatti che le persone la preferiscono perché è più veloce, più naturale (è come parlare con qualcuno), meno faticoso, più comodo perché lascia le mani libere, e perché in genere preferiamo parlare che scrivere. Motivazioni facili da comprendere, che sono le stesse per cui tendenzialmente preferiamo mandare un messaggio vocale piuttosto che uno scritto; anche se poi vale il contrario quando lo riceviamo, per motivi probabilmente simili. 

Parlare con i dispositivi rappresenta dunque, almeno in teoria, un’interazione migliore, facilitando un’esperienza lavorativa che riduce il carico mentale e aumenta l’efficienza, specialmente in contesti di lavoro ibrido o multitasking.

Restano poi i vantaggi ormai noti legati all’uso dei sistemi di AI, in particolare AI generativa, tutti legati in qualche modo al miglioramento della produttività. Tra le mansioni che i dipendenti sono pronti a delegare all’IA vi sono la presa di appunti, il riassunto di riunioni, la pianificazione di calendari e la creazione di report. Queste attività, spesso percepite come poco produttive ma necessarie, possono essere automatizzate con l’IA, liberando così tempo per l’approfondimento di progetti più creativi e strategici. I lavoratori apprezzano questa possibilità poiché consente loro di migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata e di dedicarsi maggiormente ad attività che richiedono il giudizio umano e la creatività.

Uno dei motivi per cui la voce viene preferita risiede anche nella sua capacità di rendere l’interazione con l’IA simile a una conversazione umana, riducendo la fatica associata all’uso prolungato di tastiere e schermi. Questo approccio permette ai lavoratori di muoversi liberamente durante Il rapporto di Jabra evidenzia che la voce non solo velocizza il lavoro, ma offre un comfort aggiuntivo in situazioni in cui l’uso delle mani è limitato, come durante spostamenti o lavori operativi.

Problemi tecnici e umani

Tuttavia l’uso di questa interfaccia non è semplice, e almeno in parte si tratta di ostacoli tecnici superabili già oggi. 

In particolare, un problema è che se si parla al dispositivo spesso e volentieri la comprensione è scarsa; si arrivano a perdere fino a una parola su tre. Un problema dovuto in parte a un sistema microfonico che non funziona al meglio. In particolare, c’è un problema di qualità del segnale anche in ambienti rumorosi. L’accuratezza della trascrizione e l’efficienza della comunicazione con assistenti vocali dipendono fortemente dalla chiarezza dell’audio e dalla capacità dei microfoni di ridurre il rumore di fondo. Investire in tecnologie avanzate, come microfoni con cancellazione del rumore e algoritmi di riconoscimento vocale, diventa quindi cruciale per migliorare l’interazione tra esseri umani e IA.

Jabra mette l’accento sulle sue soluzioni come abilitanti all’uso dell’AI tramite interfaccia vocale, anche se in effetti la tecnologia può offrire solo una soluzione limitata - perché manca anche la scienza di base per assicurare che le parole pronunciate siano trasferite e interpretate in modo perfetto. 

Una volta risolti i problemi tecnici, tuttavia, resterebbero quelli sociali. Sarebbe accettabile mettersi a parlare con il proprio computer in un ufficio condiviso con altri. Siamo pronti a farlo in un luogo pubblico, come una caffetteria. Presto situazioni del genere potrebbero diventare parte della quotidianità, ma per ora qualcuno potrebbe sentirsi in imbarazzo, e qualcun altro potrebbe vedere della stravaganza invece che produttività. Forse, in altre parole, non siamo pronti per un futuro di quel tipo. 

Sicuramente però è un futuro desiderabile se vogliamo davvero vedere negli strumenti AI un’occasione di empowerment, cioè qualcosa che metta le persone nelle condizioni di fare di più con meno, guadagnando una maggiore produttività e guadagno nuovo tempo per sé stesse. Questo è sicuramente lo scenario più desiderabile, in netta opposizione a quello di pura automation, dove appunto gli strumenti AI permetto di automatizzare ciò che fanno oggi le persone, finendo per estrometterle dal mercato del lavoro rendendole irrilevanti. 

Se parlare con il computer e con gli assistenti AI ci permette davvero di superare questa dicotomia, di diventare qualcosa di più rispetto a ciò che siamo ed evitare così il rischio di diventare irrilevanti, allora forse possiamo trovare il modo di superare imbarazzi e difficoltà sociali. 

Per raggiungere lo scenario ideale è naturalmente necessaria la giusta formazione, che deve riguardare l’uso degli strumenti AI ma anche, forse, il modo in cui vediamo noi stessi. 

Difficile dire se l’interazione vocale diventerà davvero lo strumento principale con cui si realizzerà l’interazione uomo-macchina, ma guardando alla situazione odierna sembra proprio che sarà così che andranno le cose. Dopotutto è proprio ciò che hanno immaginato moltissimi autori di fantascienza, la cui specialità è proprio immaginare il nostro futuro. 

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