News Google presenta Bard e nuovi servizi basati sull'AI
Dario Orlandi
2' 32''
07/02/2023

Un articolo a firmato dal Ceo di Google ha annunciato il nuovo servizio di AI conversazionale Bard e i prossimi passi nella strategia dell'azienda.

Google presenta Bard e nuovi servizi basati sull'AI

Tramite un articolo pubblicato sul blog ufficiale di Google, il Ceo dell’azienda Sundar Pichai ha annunciato il rilascio del nuovo servizio di intelligenza artificiale generativa e conversazionale, chiamato Bard.

Pichai sottolinea come l’intelligenza artificiale sia la tecnologia più determinante su cui Google sta lavorando al momento, grazie ai suoi molteplici ambiti di applicazione: dalla medicina alla traduzione, gli sviluppi dell’AI potrebbero migliorare la vita di miliardi di persone.

Google lavora da molti anni allo sviluppo di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico: il progetto di ricerca Transformer insieme agli sviluppi sui modelli di diffusione hanno posto le basi per molte delle applicazioni di IA generativa che stanno catturando l’attenzione dell’opinione pubblica in questi mesi.

L’annuncio di oggi discende direttamente dall’evoluzione di LaMDA, il modello linguistico per applicazioni sul dialogo dell’azienda (Language Model for Dialogue Applications) le cui funzioni più avanzate erano state annunciate ben due anni or sono.

L’azienda ha quindi creato Bard, un servizio sperimentale di IA conversazionale basato sulle tecnologie LaMDA; il servizio è stato reso disponibile in anteprime a un gruppo di tester “di fiducia”, ma l’obbiettivo dell’azienda è quello di allargare la platea rendendolo accessibile al pubblico nelle prossime settimane.

Sundar Pichai, Ceo di Google e Alphabet
Sundar Pichai, Ceo di Google e Alphabet

Secondo le (poche) informazioni rese disponibili, Bard potrà utilizzare direttamente le informazioni presenti sul Web, e quindi fornire risposte aggiornate e più pertinenti rispetto a ChatGPT.

Inizialmente, Bard utilizzerà una versione semplificata di LaMDA: un modello molto più piccolo che richiede una potenza di calcolo inferiore. Nei piani di Google, questa scelta dovrebbe permettere di rendere disponibile il servizio a più persone per raccogliere feedback.

Secondo Google, infatti, le risorse di calcolo richieste per i modelli IA più grandi raddoppiano ogni sei mesi, superando la legge di Moore e ponendo un freno tecnologico all’adozione e all’evoluzione di queste soluzioni.

AI nelle ricerche

Pichai ha poi delineato alcune delle prospettive di applicazione degli strumenti basati sull’intelligenza artificiale in altri prodotti e servizi dell’azienda, tra cui spicca Google Search.

Google vuole infatti rendere sempre più efficaci le funzioni di comprensione del testo per offrire agli utenti risposte sempre più complete, affidabili e pertinenti. Questo varrà in particolare quando le richieste degli utenti prevedono risposte non univoche, o analisi che comprendano la valutazione di più alternative.

L’azienda integrerà quindi “presto” strumenti basati sull’AI per condensare in un formato semplice informazioni complesse e più prospettive, offrendo un quadro generale e poi proponendo pagine Web di approfondimento.

Pichai ha anche annunciato che a partire dal mese prossimo anche gli sviluppatori e le aziende di terze parti potranno iniziare a lavorare sull’integrazione dell’interfaccia di linguaggio generativo tramite apposite API che saranno inizialmente basate su LaMDA ma che poi verranno espanse con altri modelli.

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