Il “career catfishing” è una pratica emergente tra i giovani lavoratori, soprattutto della Generazione Z e dei Millennials, che consiste nell’accettare offerte di lavoro senza alcuna intenzione di presentarsi il primo giorno. Una recente indagine condotta da CVGenius rivela che il 34% della Gen Z e il 24% dei Millennials ha praticato questo comportamento almeno una volta, una cifra che mette in luce un fenomeno in crescita e che sta sfidando i tradizionali paradigmi di assunzione.
La motivazione dietro questo fenomeno? Per il 21% dei partecipanti, il “career catfishing” è stato semplicemente una sfida, un modo per dimostrare che il controllo sul processo di assunzione non è più solo in mano alle aziende. Per altri, rappresenta una protesta contro le lungaggini burocratiche e i numerosi passaggi dei processi di selezione, percepiti come frustranti o inefficaci.
Perché accade?
Le nuove generazioni stanno ridefinendo il loro rapporto con il mondo del lavoro. Cresciuti in un contesto economico e tecnologico in continuo mutamento, Gen Z e Millennials stanno mostrando una crescente sfiducia nei confronti delle aziende. Le lunghe attese dopo i colloqui, la mancanza di trasparenza nei processi decisionali e condizioni lavorative poco flessibili sono spesso citati come motivi di disaffezione.
Secondo esperti di risorse umane, la cultura aziendale tradizionale non riesce a rispondere alle aspettative di questi lavoratori, che danno priorità a valori come la trasparenza, l’autenticità e il bilanciamento tra vita privata e lavoro. Il “career catfishing”, dunque, diventa una forma di ribellione verso un sistema considerato obsoleto, ma anche un segnale di un cambiamento più ampio nelle dinamiche del mercato del lavoro.
Un fenomeno generazionale
Sebbene il “career catfishing” sia più comune tra i giovani, il fenomeno non è esclusivo della Generazione Z. Anche il 24% dei Millennials ha ammesso di aver accettato un’offerta di lavoro per poi non presentarsi, benché questa tendenza sia meno marcata rispetto ai loro colleghi più giovani. Al contrario, le generazioni più anziane, come la Generazione X (11%) e i Baby Boomers (7%), sembrano mantenere un approccio più tradizionale.
Questa disparità generazionale mette in evidenza non solo un cambiamento culturale, ma anche una frattura nella percezione del lavoro tra le diverse fasce d’età. Per i giovani, il lavoro non è più semplicemente un mezzo di sostentamento, ma un’espressione della propria identità e dei propri valori.
Non solo “career catfishing”
Il fenomeno si inserisce in un contesto più ampio di comportamenti emergenti che stanno ridefinendo il panorama lavorativo. Tra questi spiccano il “quiet quitting” e il “coffee badging”. Il “quiet quitting” implica svolgere il minimo indispensabile richiesto dal proprio ruolo, rifiutandosi di investire tempo ed energia extra senza una compensazione adeguata. D’altra parte, il “coffee badging” consiste nel recarsi in ufficio solo per registrare la propria presenza, salvo poi trascorrere il resto della giornata lavorando da un luogo alternativo o persino facendo altro.
Questi comportamenti riflettono un cambiamento di priorità, in cui i giovani lavoratori stanno spostando l’attenzione dalla produttività a ogni costo verso un maggiore equilibrio personale. Tuttavia, sollevano importanti domande sulla sostenibilità a lungo termine di questi atteggiamenti nel contesto aziendale.
Implicazioni per le aziende
Il “career catfishing” e le tendenze correlate rappresentano una sfida significativa per le imprese, che devono affrontare un crescente turnover e una difficoltà nel trattenere i talenti. Le aziende stanno scoprendo che le strategie tradizionali di assunzione e gestione delle risorse umane non sono più sufficienti per rispondere alle aspettative delle nuove generazioni.
Per affrontare questi problemi, gli esperti suggeriscono alcune strategie chiave:
1.Rendere i processi di selezione più rapidi e trasparenti. I giovani vogliono sentirsi valorizzati fin dal primo contatto con un’azienda, evitando di essere lasciati in attesa per settimane dopo un colloquio.
2.Promuovere una cultura aziendale autentica. Gen Z e Millennials vogliono lavorare per organizzazioni che riflettano i loro valori e li trattino come individui, non come numeri.
3.Offrire maggiore flessibilità. La pandemia ha accelerato la transizione verso il lavoro da remoto, e molte giovani generazioni non sono disposte a tornare indietro.
Un cambiamento inevitabile
In conclusione, il “career catfishing” non è solo un trend temporaneo, ma il sintomo di un cambiamento strutturale nel mondo del lavoro. Mentre le giovani generazioni continuano a sfidare i paradigmi tradizionali, le aziende devono adattarsi rapidamente per rimanere competitive e attrarre i talenti di domani.