Il Pentagono ha un nuovo problema, molto serio: difendersi da armi e sistemi che costano pochissimo. Possono essere palloni spia, droni senza pilota, attacchi software, sabotaggi digitali e altro ancora. Ciò che hanno in comune è che l’uso di sistemi IA rende l’attacco molto facile ed economico da portare a termine.
Per questo il sottosegretario alla Difesa statunitense ha sottoscritto una dichiarazione di necessità, e chiesto esplicitamente alle industrie partner di contribuire allo sviluppo di nuove armi in grado di affrontare efficacemente la nuova minaccia rappresentata dai sistemi di difesa senza equipaggio, autonomi e basati sull'intelligenza artificiale.
“Questa minaccia si sta espandendo in tutte le regioni nazionali e internazionali", recita il documento, “non riguarda più solo il dominio aereo, ma anche quello terrestre, sotterraneo, marino e sottomarino. Le nazioni avversarie stanno rapidamente incorporando robuste capacità UxS (Uncrewed Systems, senza controllo umano) nelle loro formazioni militari e gli attori non statali stanno le usando per aumentare il vantaggio”.
Nella dichiarazione di necessità si richiedono armi in grado di distruggere o bloccare le minacce senza pilota disattivando i droni, creando barriere che ne impediscano il movimento, colpendoli a distanza o hackerando il loro sistema di controllo. Tecnologie come quella del sistema di guida laser progettato per colpire i droni, fornito all’esercito ucraino dagli USA.
Il problema è che i sistemi autonomi sono sempre più pericolosi e sempre più economici, quindi le forze ostili li possono usare con grande facilità. Una differenza radicale se si pensa agli ingenti costi degli scontri convenzionali. Gregory Allen, direttore del Wadhwani Center for AI and Advanced Technologies presso il think tank Center for Strategic and International Studies rileva che, per quanto siano in corso studi e sperimentazioni, c’è un certo ritardo nell’approvigionamento di questo tipo specifico di armamenti.
Tre tipi di tecnologia per rispondere alla minaccia
Secondo la dichiarazione di necessità, le tre categorie di tecnologia più interessanti per il Pentagono comprendono:
- Sensori innovativi, in grado di tracciare e identificare i droni più velocemente, possibilmente attraverso l'applicazione dell'intelligenza artificiale e dell'apprendimento automatico.
- Tecnologie difensive autonome, che attacchino i sistemi di navigazione dei droni nemici e le capacità di intelligenza artificiale a bordo.
- Strumenti che possano sfruttare le vulnerabilità negli algoritmi di intelligenza artificiale dei sistemi senza pilota o capaci di occultare i siti che i droni potrebbero colpire.
James Ryseff, analista senior di politica tecnica presso il think tank Rand, sottolinea che si tratta soprattutto di software, e che come tale bisogna affrontarlo con in testa l’idea di continui aggiornamenti. L’esperto ammette che, per le istituzioni pubbliche si tratterebbe di un cambiamento di mentalità profondo che richiederebbe cambiamenti radicali.
Secondo Ryseff, tuttavia, ad oggi l’ostacolo sarebbero i vertici militari che, secondo lui, non sembrano abbastanza preoccupati. Ritiene che non si sia ancora verificato un evento capace di risvegliare le coscienze, in un certo senso.
Nuove opportunità di sviluppo e di crescita
Gli investimenti nel settore della difesa, si sa, non conoscono crisi. Anzi, l’attuale situazione geopolitica ha spinto la NATO a fare pressione sui paesi membri affinché adeguino il budget a quello indicato, portando la spesa al 2% del PIL. Un risultato che l’Italia e altri paesi membri devono ancora raggiungere.
Inoltre, come ha affermato James Ryseff, si tratta soprattutto di software, in particolare di applicativi e codice sviluppati per un campo ancora poco conosciuto. Parliamo quindi di un mondo dove si prospettano ottime opportunità di crescita e sviluppo sia per singoli sviluppatori sia per aziende strutturate.
Certo, ottenere accordi con gli enti pubblici in ambito militare potrebbe non essere facile e sicuramente chi è già “nel giro” potrà contare su qualche vantaggio extra. Tuttavia è un territorio in gran parte ancora inesplorato; la giusta idea con la giusta dose di intraprendenza e magari un pizzico di faccia tosta, potrebbe portarvi lontano.
Potrebbe essere un’avventura interessante anche per chi è interessato più agli aspetti accademici: in ambito militare vengono meno molte delle restrizioni che si applicano alle IA “civili”, il che rende questo ambito interessante anche per chi vuole scoprire fino a che punto possono arrivare i moderni sistemi di deep learning.