Mercato Big Data: il mercato italiano cresce del 20%
Marina Londei
1' 50''
10/11/2022

Il valore del mercato italiano dei Big Data è in aumentato, ma i dati dimostrano che il margine di crescita è ancora molto ampio.

Big Data: il mercato italiano cresce del 20%

Il valore del mercato italiano dei Big Data è aumentato: entro la fine dell'anno arriverà a 2.41 miliardi di euro, un aumento del 20% rispetto al 2021. 

L'Osservatorio Big Data & Business Analytics della School of Management del Politecnico di Milano ha presentato i risultati della sua ultima ricerca evidenziando che, se da una parte c'è stato un aumento degli investimenti in questo settore, dall'altra ci sono ancora molte difficoltà nell'inserire figure specializzate.

Il team ha calcolato il "Data Strategy Index" del nostro paese, un indice del livello di maturità sull'uso dei dati delle aziende italiane. Secondo l'indicatore solo il 15% delle aziende può essere considerato "avanzato", mentre le restanti sono "intraprendenti" (30%), "prudenti" (22%), "immature" (18%) o "ai primi passi" (15%). 

Il calcolo dell'indice si basa sullo stato di tre ambiti: il Data Management & Architecture, la Business Intelligence e Descriptive Analytics e la Data Science. Nel primo caso l'indice valuta l'uso di strumenti, competenze e processi per la gestione e integrazione dei dati aziendali; nel secondo caso si prendono in considerazione gli strumenti e le competenze dell'area della Business Intelligence; nel terzo caso si valuta la qualità delle attività di analisi predittive a partire dai dati.

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Big Data

Sebbene ci sia stata un'accelerazione importante rispetto allo scorso anno, c'è ancora un ampio margine di crescita anche per le aziende considerate avanzate. 

"Il forte interesse per le soluzioni di analytics non corrisponde sempre a un cambio di rotta complessivo: sono ancora una minoranza le organizzazioni con una Data Strategy di livello corporate. Ora è necessario trasformare le organizzazioni nel profondo, creando ponti tecnologici, organizzativi e culturali tra le opportunità di analisi avanzate, le applicazioni intelligenti e le competenze e attività quotidiane dei lavoratori" ha spiegato Alessandro Piva, responsabile della Ricerca dell'Osservatorio.

La forbice più ampia registrata è quella tra piccole e medie imprese. Il livello di maturità delle aziende di medie dimensioni è molto più alto di quelle piccole, che non investono ancora a sufficienza in figure specializzate. 

In generale c'è volontà di seguire la cultura data-science-driven, ma non è ancora abbastanza: ben quattro aziende su dieci affermano di non avere figure dedicate all'analisi dei dati. 

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