News Animali domestici virtuali, rischi e benefici degli AI pet
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11/11/2024

Interagiscono con i padroni in modo originale e appropriato e sviluppano una personalità unica sulla base delle esperienze. Ma possono essere pericolosi?

Animali domestici virtuali, rischi e benefici degli AI pet

Gli animali domestici virtuali diventano sempre più interessanti e appetibili grazie all’utilizzo di algoritmi basati su Intelligenza Artificiale. Esempi come Pengu di Slay, Peridot di Niantic o anche My Talking Tom di Outfit7 dimostrano quanto l’AI stia rivoluzionando il concetto stesso di pet virtuali. Questo perché l’AI generativa rende i pet digitali in grado di comunicare attivamente con il proprietario e ricordare le interazioni precedenti.

L’esperienza con il proprio AI pet, di conseguenza, può diventare più di un semplice passatempo perché è personalizzata e risveglia sentimenti ed emozioni anche profondi. Poiché sono in grado di apprendere, questi animali virtuali arrivano a rispondere al proprio interlocutore umano in modo unico.

Cosa possono fare i pet virtuali

Le applicazioni per crescere e adottare animali virtuali nascono come esperienza di gioco ma nascondono qualcosa di più significativo. Possono essere di supporto per i più piccoli, ad esempio aiutandoli nei compiti, e per alcuni rappresentano un amico virtuale che consola, ascolta, e che ricorda ricorrenze ed eventi importanti.

L’uso dei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) sta consentendo, per la prima volta, di creare degli amici virtuali a quattro zampe dotati di una personalità unica.

Il Tamagotchi del futuro è qui

Gli animali domestici virtuali, come molti ricorderanno, non sono un’invenzione recente. Molti conoscono e hanno usato il tamagotchi, il gioco elettronico che tra gli anni 90’ e il 2000 era diventato un vero e proprio fenomeno di massa, conquistando oltre 82 milioni di persone.

Scopo del gioco era quello di accudire un piccolo alieno che andava sfamato, curato e coccolato come un vero animale domestico, per farlo crescere in salute fin dalla sua uscita dall’uovo.

Un bisogno diffuso

Ciò che distingue gli animali domestici virtuali moderni dai loro predecessori, grazie all’uso dell’intelligenza artificiale, è l’illusione che abbiano una vita propria, una memoria, un carattere diverso da quello di tutti gli altri. Spesso le app permettono di seguire le avventure dei pet attraverso notifiche e di essere aggiornati su quello che hanno fatto gli animali digitali mentre il proprietario non li stava guardando. Ma perché c’è tanto interesse a interagire con questo tipo di intelligenze virtuali ancora piuttosto rozze?

Il bisogno di accudire creature indifese e di avere accanto un animale con cui trascorrere il proprio tempo libero è molto diffuso. In UE sono 90 milioni le famiglie che ospitano un animale domestico e il 33% delle persone nel mondo sono proprietarie di almeno un cane (dati 2023).

Creato con motore AI
cane-virtuale

Gli animali virtuali hanno il grande vantaggio di non richiedere l’allestimento di uno spazio dedicato e di essere “meno” soggetti a malattie o problemi comportamentali. Il mercato di conseguenza promette di crescere e di diventare molto interessante.

I rischi degli animali virtuali

Come sempre, quando si parla di app e mondi digitali, il rischio maggiore legato alla diffusione dei pet basati su Intelligenza Artificiale è quello che i loro padroni si chiudano in se stessi, diminuendo le relazioni con il mondo esterno e con gli altri esseri umani.

Il rapporto con un animale virtuale può essere sano e benefico? Secondo Fabian Kamberi, CEO e co-fondatore di Slay, può esserlo con alcune accortezze. Pengu, nello specifico, è stato progettato per essere cresciuto e accudito da due persone. Di conseguenza, chi vuole avere un Pengu deve condividere l’esperienza con amici o parenti e ciò favorirebbe le interazioni sociali. 

Slay
pengu-schermata

In ambito educativo, gli AI pet possono aiutare i più giovani a imparare concetti legati alla biologia ma anche a sviluppare costanza, responsabilità ed empatia. Per gli anziani di un domani, avvezzi alla tecnologie, potrebbero rappresentare uno strumento utile a ridurre il senso di solitudine e di isolamento.

Certamente è necessario che siano progettati con cura perché non rappresentino un pericolo per la privacy e i minori che li usano vanno sorvegliati: c'è il rischio che esagerino con gli acquisti in app.

Le implicazioni nello sviluppo di questo tipo di compagni evoluti basati da AI, in cocnlusione, sono ancora tutte da esplorare.

 

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