Secondo Piero Micheletti, noto per il suo supporto agli imprenditori del settore ICT e agli MSP in particolare, non esistono scorciatoie per il successo imprenditoriale. Un primo passo importante, tuttavia, è capire che bisogna lasciare alcune attività ad altri e concentrarsi su quelle davvero critiche.
Durante un’intervista, infatti, Micheletti ha evidenziato come molti titolari si trovino intrappolati nella gestione operativa, limitando la crescita delle loro aziende. Non ci sono particolari segreti, spiega, ma molte piccole imprese non crescono come potrebbero perché mancano struttura e pianificazione. E si finisce per perdere molti potenziali profitti.
Il punto centrale di Micheletti è che molti imprenditori nel settore sono inizialmente tecnici che decidono di avviare la propria attività. Questa origine li porta spesso a rimanere legati a compiti operativi, rendendo difficile la transizione verso ruoli più strategici. “Il problema è che si trovano a fare mille cose, dalla gestione delle risorse umane ai rapporti con i fornitori, fino alla parte tecnica,” spiega Micheletti. Questo approccio lascia poco spazio alla visione strategica e al consolidamento dell’azienda come sistema autonomo.
La trappola della gestione quotidiana
Micheletti, che di professione cerca di aiutare gli imprenditori a trovare la strada per crescere, si concentra molto su quella che potrebbe definire come la trappola della gestione quotidiana. Micheletti osserva come molti imprenditori siano talmente coinvolti nelle operazioni giornaliere da non riuscire a sviluppare una struttura organizzativa capace di funzionare senza di loro. Se un imprenditore non può prendersi sei mesi di ferie senza che e l’azienda collassi, c’è un problema, suggerisce l’ex-commerciale e oggi coach specializzato, lasciando intendere che un buon imprenditore è quello che sa costruire un’azienda in grado di operare indipendentemente dalla presenza del titolare.
In altre parole, secondo Micheletti, se l’azienda dipende dal titolare per sopravvivere, allora non c’è vero valore. In un certo senso siamo davanti a un’azienda che praticamente non esiste come bené a sé stante. Ciò implica la necessità di un cambio di mentalità: dall’essere un tecnico operativo a un imprenditore capace di delegare e gestire una struttura solida.
“Spesso questi imprenditori dimenticano perché hanno aperto la partita IVA e rimangono intrappolati in un ciclo di lavoro che non li soddisfa più,” osserva, suggerendo che la chiave è riconnettersi con la propria visione imprenditoriale.
Micheletti conclude con un invito agli imprenditori a riflettere sul proprio percorso. Diventare leader strategici significa dedicarsi alla costruzione di un sistema che possa crescere e prosperare autonomamente. Solo così l’imprenditore potrà non solo espandere il valore della propria azienda ma anche riconquistare il tempo e la libertà personali che spesso mancano.