L’IA è sempre più parte integrante della gestione quotidiana in molte aziende, ma nel futuro la sua penetrazione sarà molto più pervasiva e si estenderà ben oltre le imprese più innovative, andando a coinvolgere l’intero tessuto produttivo.
Abbracciare queste nuove opportunità è quindi una delle chiavi principali per garantire lo sviluppo e la prosperità delle imprese.
Secondo i dati Bitkom, già oggi l’IA è utilizzata nel 38% delle industrie per automatizzare i processi produttivi o analizzare le informazioni raccolte. Ma un quarto delle imprese rimane comunque dubbiosa sull’uso di questi strumenti.
L’ostacolo maggiore riguarda la mancanza di una base di dati strutturata che consenta di sfruttare al massimo i processi autonomi, ma in alcuni casi si fatica a vedere i vantaggi offerti dall’intelligenza artificiale per il proprio modello di business.
Secondo Fabio Pascali, Regional Manager Italy di Cloudera, è essenziale agire al più presto su tre aree chiave per farsi trovare pronti quando l’intelligenza artificiale diventerà imprescindibile.
Una strategia complessiva
Innanzi tutto, bisogna delineare e implementare una data strategy efficace: per implementare gli strumenti basati sull’IA servono dati strutturati e uniformi, mentre invece oggi spesso le informazioni sono distribuite tra i dipartimenti e le sedi, e spesso confinati in silos isolati tra loro.
Bisogna quindi effettuare un’indagine approfondita per individuare quali dati sono già disponibili, dove si trovano e in quale forma, per poi elaborare una strategia di armonizzazione e integrazione trasversale.
Questa operazione preliminare ha anche importanti risvolti in tema di conformità alle normative, specialmente quelle legati al trattamento dei dati personali.
Il secondo passaggio è la formazione, continua e mirata, dei dipendenti: se in alcuni settori (per esempio nell’HR) l’intelligenza artificiale è ormai uno strumento di lavoro piuttosto comune, molti altri dipartimenti continuano a svolgere il loro lavoro come dieci o vent’anni fa.
Per sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, sia in termini di produttività sia per quanto riguarda l’agilità nella risposta alle mutate condizioni del mercato, bisogna investire nella riqualificazione della forza lavoro, affinché tutti i dipendenti siano in grado di integrare i nuovi strumenti nei flussi di lavoro quotidiani.
La formazione deve anche riguardare gli argomenti legati all’importanza dei dati, offrendo una visione chiara sulle ripercussioni etiche, legali e legate alla sicurezza e alla conformità di tutti i processi che prevedono la gestione delle informazioni.
Identificare e sfruttare nuove opportunità
Il terzo punto sottolineato da Pascali riguarda la capacità di sfruttare le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale per migliorare la qualità e l’immagine dell’impresa. A questo proposito, particolarmente calzante è l’esempio che riguarda la sostenibilità ambientale.
Secondo un’analisi di PwC, infatti, l’implementazione dell’IA potrebbe contribuire a ridurre le emissioni globali di gas serra del 4% entro la fine del decennio.
La sostenibilità ambientale delle aziende non è più un fattore secondario, ma riveste invece un’importanza cruciale sotto molti punti di vista: innanzi tutto per le pressioni crescenti da parte della politica, ma anche per la capacità di offrire un’immagine positiva e innovativa sia verso i clienti sia nei confronti dei potenziali talenti da acquisire.
Secondo uno studio pubblicato da Cloudera, infatti, oltre un quarto delle aziende sta già progettando investimenti maggiori nel settore della sostenibilità ambientale, nel supporto alle questioni sociali e nella governance complessiva dell’impresa.