Il settore dell'intelligenza artificiale sta vivendo una vera e propria corsa all'oro per accaparrarsi i migliori talenti tecnici, con aziende disposte a investire cifre astronomiche pur di non rimanere indietro nella competizione globale. Mentre le startup di AI continuano a raccogliere miliardi di dollari per finanziare lo sviluppo dei loro modelli fondamentali, emerge un quadro sempre più chiaro di quanto costi davvero costruire il futuro dell'intelligenza artificiale. La battaglia per i cervelli migliori ha raggiunto livelli che ricordano la bolla delle dot-com degli anni Novanta, ma con una differenza sostanziale: questa volta le somme in gioco sono ancora più elevate.
La guerra dei talenti: cifre da capogiro ma non per tutti
Secondo documenti federali analizzati da Business Insider, le principali aziende del settore stanno offrendo compensi che farebbero impallidire molti dirigenti di multinazionali tradizionali. OpenAI corrisponde stipendi base compresi tra 200.000 e 530.000 dollari annui a 29 membri del suo staff tecnico, mentre Anthropic si spinge ancora oltre con compensi che oscillano tra 300.000 e 690.000 dollari per 14 professionisti specializzati. Thinking Machines Lab, la nuova startup fondata dall'ex direttore tecnico di OpenAI Mira Murati, non è da meno e offre tra 450.000 e 500.000 dollari ai suoi quattro tecnici chiave.
Tuttavia, queste cifre impallidiscono di fronte alle strategie aggressive di Meta. Il CEO di OpenAI Sam Altman ha rivelato che l'azienda di Mark Zuckerberg sta offrendo bonus di ingaggio fino a 100 milioni di dollari, con pacchetti di compensazione annuale ancora più generosi. Una mossa che ha scatenato polemiche nel settore, tanto che Andrew Bosworth, direttore tecnico di Meta, ha accusato Altman di essere "disonesto" nel suggerire che tali offerte a nove cifre siano estese a ogni singolo candidato.
xAI di Musk raccoglie 10 miliardi: la scommessa su Grok
Nel frattempo, la corsa ai finanziamenti non conosce sosta. xAI, la startup di intelligenza artificiale di Elon Musk, ha appena concluso un round di raccolta fondi da 10 miliardi di dollari, metà dei quali sotto forma di prestiti garantiti e l'altra metà attraverso investimenti azionari strategici. Morgan Stanley, che ha fornito le informazioni, ha specificato che i fondi serviranno a sostenere lo sviluppo continuo delle soluzioni AI all'avanguardia dell'azienda, incluso uno dei più grandi data center al mondo e la piattaforma Grok.
L'operazione finanziaria è stata descritta come "sovrascritta", segno della fiducia degli investitori istituzionali globali nel progetto di Musk. Le previsioni di xAI per quest'anno parlano di investimenti per 13 miliardi di dollari a fronte di ricavi attesi per 500 milioni, un rapporto che evidenzia quanto sia capitale-intensivo il settore dei modelli fondamentali di AI.
Il costo astronomico dell'innovazione
La differenza di investimenti necessari nel settore dell'AI è abissale e dipende principalmente dall'approccio scelto. Le aziende che sviluppano modelli fondamentali o di frontiera devono sostenere costi miliardari per i carichi di lavoro intensivi richiesti dall'addestramento continuo dei loro sistemi, utilizzando chip AI specializzati come le GPU. Al contrario, le startup che si concentrano sullo sviluppo di applicazioni basate su modelli esistenti possono operare con budget significativamente inferiori.
Meta non rimane a guardare e sta tentando di raccogliere 29 miliardi di dollari da investitori privati per costruire data center di AI negli Stati Uniti. Secondo il Financial Times, 3 miliardi proverrebbero da investitori del calibro di Apollo Global Management, KKR, Brookfield, Carlyle e Pimco, mentre il resto sarrebbe raccolto attraverso un'offerta di debito. Questo scenario ricorda le grandi infrastrutture ferroviarie del XIX secolo, quando intere fortune venivano investite per costruire le reti che avrebbero cambiato il mondo.
L'acquisizione di Twitter da parte di xAI per 45 miliardi di dollari lo scorso marzo rappresenta un altro tassello di questa strategia, con l'obiettivo di creare una piattaforma di contenuti potenziata dall'intelligenza artificiale generativa. Il messaggio è chiaro: nel futuro dell'AI, chi non investe massicciamente oggi rischia di rimanere definitivamente escluso dalla partita.