Opinioni L'importanza di monitorare i tool di IA: il caso Claudine Gay
Marina Londei
2' 43''
30/01/2024

L'importanza di monitorare i tool di IA: il caso Claudine Gay

Claudine Gay, 30° presidente dell'Università di Harvard, ha presentato le sue dimissioni lo scorso 2 gennaio a causa delle accuse di antisemitismo che le sono state rivolte da più direzioni.

Queste accuse però non sono stata l'unica motivazione a spingere Gay a rinunciare il suo ruolo: alcuni suoi detrattori, in particolare Christopher Rufo, un attivista conservatore che ha dato il via alla crociata contro l'ex presidente, hanno presentato quasi 50 casi di presunto plagio accademico negli scritti di Gay.

Le accuse presentavano una serie di evidenze sul fatto che Gay avesse inserito nella sua tesi di dottorato alcuni passaggi senza citarne le fonti. A evidenziare i plagi è stato un software di IA non ancora identificato con certezza.

Nel dettaglio, The Guardian riporta che il software aveva trovato inconsistenze e mancanze nelle fonti delle citazioni, e in altri casi anche intere frasi copiate, ma riferite a concetti specifici dell'argomento e accettate come standard di letteratura. Le accuse si riferiscono quindi, più che al plagio, alla mancata attribuzione di alcuni passaggi, riportati senza virgolettato. 

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Harvard

Coloro che, a detta del software, sono stati plagiati, hanno specificato che le frasi incriminate sono considerate un modo di esprimersi comune nel loro campo di studi, e non hanno quindi riconosciuto il plagio. 

David Canon, uno degli autori dei testi che Gay non avrebbe incluso nelle attribuzioni, ha detto di non essere preoccupato dai passaggi "Non è neanche vicino a un esempio di plagio accademico" ha affermato. 

La Board of Oversees, una delle due commissioni che governano Harvard, ha specificato di aver individuato alcuni casi dove le citazioni erano inadeguate, ma che comunque non c'era "alcuna violazione dello standard di Harvard per la ricerca"

Claudine Gay ha scelto di dimettersi per cercare di placare anche in parte la bufera che si era alzata attorno a lei. Le accuse di antisemitismo hanno avuto il peso maggiore sulla decisione di Gay, ma non c'è dubbio che la storia del plagio abbia peggiorato la situazione e oscurato la fama dell'ex presidente anche sotto altri punto di vista. 

Le segnalazioni di plagio non sono state verificate accuratamente prima di essere pubblicate: i detrattori di Gay hanno semplicemente preso per buoni i risultati, affidandosi totalmente all'IA. A loro ha di certo fatto comodo, ma le conseguenze sulla reputazione dell'ex presidente di Harvard sono state molto pesanti. 

"È stato angosciante veder messo in dubbio il mio impegno ad affrontare l'odio e a sostenere il rigore scientifico, due valori fondamentali per me, e spaventoso essere oggetto di attacchi personali e minacce alimentati dall'animosità razziale" ha scritto Claudine Gay in una lettera pubblicata sul sito di Harvard.

Pixabay
Harvard

Molti, soprattutto gli autori che sarebbero stati copiati, continuano a sostenere che le accuse di plagio siano state fin troppo minuziose e per questo non significative, soprattutto perché si riferiscono a passaggi molto "tecnici" che da sempre vengono rimaneggiati e copiati nei diversi scritti, proprio perché fanno riferimento a concetti specialistici. 

Vista la risonanza culturale e politica dell'evento, sarebbe il caso di soffermarsi nuovamente sull'importanza di monitorare attentamente gli strumenti in uso e trattarli per quel che sono: strumenti, per l'appunto, che per quanto potenti devono comunque sottostare a un giudizio finale umano e professionale.

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