L'Europa rappresenta un mercato fondamentale per Microsoft, ma l'azienda di Redmond sta scoprendo che espandere la propria infrastruttura digitale nel Vecchio Continente è un'impresa più complessa di quanto immaginato. La compagnia americana ha annunciato l'intenzione di più che raddoppiare la propria capacità di datacenter europei entro il 2027, ma le sfide burocratiche e ambientali si stanno rivelando ostacoli significativi. Questo dilemma evidenzia una tensione crescente tra l'ambizione tecnologica statunitense e le specificità normative europee, in un momento in cui l'intelligenza artificiale sta generando una domanda di capacità computazionale senza precedenti.
La corsa contro il tempo nell'era dell'AI
Val Walsh, vicepresidente Microsoft per l'acquisizione di terreni e locazioni a livello globale, ha delineato un quadro preoccupante durante il recente Datacloud Global Congress di Cannes. Non esiste praticamente un megawatt di capacità inutilizzato in tutta Europa, ha dichiarato, sottolineando come la crescita esplosiva della domanda legata all'intelligenza artificiale abbia saturato completamente le infrastrutture esistenti. La situazione è così critica che Microsoft si trova a dover "arrancare" per mantenere il passo con le richieste del mercato, nonostante stia costruendo nuove regioni operative.
Il colosso di Redmond aveva promesso di espandere le proprie operazioni di datacenter in 16 paesi europei, aumentando la capacità del 40% nei prossimi due anni. Tuttavia, raggiungere l'obiettivo di gestire oltre 200 strutture in tutto il continente entro il 2027 si sta rivelando "davvero difficile", nelle parole della stessa Walsh.
Il labirinto burocratico che frena l'innovazione
La differenza tra l'espansione negli Stati Uniti e quella europea è marcata, secondo Microsoft. La complessità normativa, le valutazioni di impatto ambientale e i diversi livelli di regolamentazione rendono l'Europa "un po' più difficile, un po' più costosa" rispetto al mercato domestico americano. Walsh ha evidenziato come le normative e la pianificazione europea siano "molto lente", con tempi che si allungano di 18 mesi rispetto ad altre regioni del mondo.
Un problema particolare riguarda l'accesso alla rete elettrica. I proprietari delle infrastrutture energetiche europee non sono riusciti a tenere il passo con la domanda crescente, creando colli di bottiglia che penalizzano paesi come l'Irlanda a favore delle nazioni scandinave. Questo ritardo nell'ottenere connessioni alla rete in tempi ragionevoli sta influenzando le decisioni strategiche di localizzazione dei datacenter.
Resistenza locale e moratorie
Microsoft si trova ad affrontare anche una crescente opposizione a livello comunitario. Walsh ha menzionato specificamente l'Irlanda, dove la resistenza locale ai datacenter si sta intensificando a causa del loro elevato consumo energetico e dell'impatto ambientale. Le moratorie e le comunità che non vogliono questi impianti rappresentano un ostacolo aggiuntivo all'espansione pianificata dall'azienda.
Questa situazione ha spinto Microsoft a riconsiderare i propri modelli commerciali per l'acquisizione di capacità. Il ricorso al leasing è aumentato significativamente negli ultimi due anni, principalmente per rispondere alle pressioni temporali del mercato. Tuttavia, Walsh avverte che sarà "molto difficile continuare a noleggiare infrastrutture usando finanziamenti in stile co-location" perché le dimensioni richieste stanno diventando troppo grandi.
L'impatto ambientale: un obiettivo che si allontana
Paradossalmente, mentre Microsoft cerca di espandere la propria presenza europea, l'azienda sta lottando per raggiungere i propri obiettivi ambientali. Il rapporto sulla sostenibilità ambientale 2025 rivela che le emissioni totali di gas serra sono aumentate del 23,4% rispetto al 2020, nonostante rappresenti un miglioramento rispetto al precedente aumento del 30%. I fattori legati alla crescita dell'AI e dell'espansione cloud rimangono i principali responsabili di questo incremento.
Melanie Nakagawa, Chief Sustainability Officer di Microsoft, ha ammesso candidamente che "la luna si è allontanata" rispetto agli obiettivi di sostenibilità fissati nel 2020. Tuttavia, l'azienda sottolinea che questo aumento delle emissioni è modesto se confrontato con la crescita del 168% nell'uso energetico e del 71% nei ricavi nello stesso periodo. Microsoft sta tentando di compensare attraverso contratti per 19 GW di nuova energia rinnovabile in 16 paesi e la costruzione di datacenter con materiali lignei, che riducono l'impronta di carbonio fino al 65%.