L'industria tecnologica sta attraversando una fase di spesa senza precedenti per l'intelligenza artificiale, e Meta di Mark Zuckerberg si trova al centro di questa corsa agli armamenti digitali. Nonostante ricavi superiori alle aspettative di Wall Street, le azioni della società sono crollate di oltre l'11% giovedì, segnalando un crescente nervosismo tra gli investitori riguardo all'enorme massa di denaro che l'azienda sta bruciando. Il paradosso è evidente: ottimi risultati finanziari vengono oscurati dalla paura che i miliardi investiti nell'AI non si traducano mai in ritorni concreti.
Una montagna di miliardi per inseguire l'intelligenza artificiale
Durante la conference call sui risultati trimestrali di mercoledì, Zuckerberg ha annunciato che Meta spenderà tra i 70 e 72 miliardi di dollari nel corso dell'anno per progetti legati all'intelligenza artificiale. Si tratta di un aumento rispetto alle stime precedenti, che oscillavano tra i 66 e i 72 miliardi. Una cifra che fa impallidire i budget di interi Stati e che rappresenta una scommessa colossale sul futuro.
Brian Mulberry, gestore di portafoglio presso Zacks Investment Management, ha espresso al Wall Street Journal i dubbi che attraversano il mondo degli investitori. "La spesa totale in dollari è ciò che ci blocca un po'", ha spiegato, aggiungendo che l'azienda dovrebbe "iniziare a fare un lavoro migliore nel mostrarci quando questo ritornerà nel bilancio".
Il ritorno sugli investimenti resta un mistero
La questione centrale riguarda la capacità di Meta di trasformare queste spese astronomiche in profitti tangibili. Mulberry non ha usato mezzi termini: "Il ritorno sul capitale investito è sicuramente una metrica enorme per noi, e il fatto che siano un po' evasivi e non del tutto trasparenti su cosa stia esattamente accadendo non aiuta a calmare questi timori".
La vicenda di Meta non è isolata. Anche Microsoft sta vivendo una situazione simile: dopo aver riportato risultati migliori del previsto questa settimana, le sue azioni sono scivolate di quasi il tre percento quando gli investitori hanno appreso l'intenzione dell'azienda di aumentare ulteriormente la spesa. Insieme ad Alphabet, queste big tech stanno triplicando gli investimenti in AI, alimentando i timori di una bolla speculativa che potrebbe avere conseguenze devastanti per l'intera economia americana.
La paura di restare indietro guida le scelte
Per Zuckerberg, però, non agire ora significherebbe perdere un'opportunità irripetibile. "È piuttosto presto, ma penso che stiamo vedendo i ritorni nel business principale", ha dichiarato agli investitori. "Questo ci dà molta fiducia sul fatto che dovremmo investire molto di più, e vogliamo assicurarci di non sottoinvestire".
Questa filosofia del "meglio troppo che troppo poco" ha spinto Meta a una frenetica caccia ai talenti dell'AI. L'azienda ha investito oltre 14 miliardi di dollari nella startup Scale AI e ha convinto il suo CEO, Alexandr Wang, a guidare i cosiddetti Superintelligence Labs. I pacchetti retributivi offerti oscillano da decine di milioni fino a superare il miliardo di dollari, in un tentativo disperato di attrarre le migliori menti del settore.
Segnali di crepe nell'architettura AI
Tuttavia, come riportato da Axios all'inizio di questo mese, Meta ha eliminato centinaia di posizioni dalla sua divisione AI, un segnale che potrebbe indicare l'emergere di problemi strutturali. Dopo mesi di assunzioni aggressive e promesse di investimenti illimitati, questo improvviso dietrofront suggerisce che forse non tutto sta procedendo secondo i piani, e che l'euforia dell'AI potrebbe scontrarsi presto con le dure leggi dell'economia reale.