I risultati dell’ultima edizione dello studio che ogni anno McKinsey dedica allo sviluppo delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale sono particolarmente interessanti, perché l’analisi ha raggiunto i cinque anni di vita e ha permesso ai ricercatori di tracciare le evoluzioni in un arco di tempo ancora più ampio.
L’adozione degli strumenti basati sull’intelligenza artificiale ha visto una crescita impetuosa, passando dal 20% del 2017 al 50% di quest’anno. L’andamento non è però stato uniforme: il picco, infatti, è stato raggiunto nel 2019 (58%), dopodiché il livello di adozione è sostanzialmente rimasto piatto.
Il plateau sembra essere stato raggiunto anche nel numero di strumenti AI integrati dalle aziende; dopo una crescita costante fino allo scorso anno, che aveva visto il valore passare da 1,9 a 3,9, quest’anno la tendenza si è bruscamente interrotta, rimanendo 3,8.
Entrando nel dettaglio dell’analisi, gli strumenti AI più comuni riguardano l’automazione industriale: la funzione implementata più spesso è infatti la robotizzazione dei processi, seguita dalla visione computerizzata; seguono poi tool di genere diverso, come quelli dedicati alla comprensione del linguaggio naturale e le interfacce conversazionali.
Investimenti in crescita
Crescono gli investimenti nel settore: il 52% delle aziende ha infatti dichiarato di aver allocato oltre il 5% del loro budget digitale a progetti collegati all’intelligenza artificiale, con un incremento significativo rispetto al 40% del 2018.
Si è registrata anche una notevole evoluzione delle aree in cui le aziende ritengono che l’AI possa offrire i maggiori vantaggi. Nel 2018, infatti, gli ambiti di applicazione più citati erano la manifattura e la gestione dei rischi, mentre oggi invece gli intervistati hanno privilegiato il marketing e lo sviluppo di nuovi prodotti. Particolarmente elevato, invece, è l’incremento di valore percepito nella gestione della supply chain.
Passando ad analizzare i rischi, la preoccupazione principale degli intervistati riguarda la gestione della cybersecurity legata all’intelligenza artificiale; è di gran lunga l’elemento più citato (51%) nel report di quest’anno, addirittura in crescita rispetto alla prima rilevazione (49%), che risale al 2019.