Il rapporto del Capgemini Research Institute, "Connecting the Dots: Data sharing in the public sector", mostra che l'80% delle organizzazioni del settore pubblico a livello globale sta iniziando a implementare iniziative di collaborazione riguardo agli ecosistemi di dati per affrontare le sfide più complesse.
La maggior parte delle organizzazioni si trova ancora però nelle fasi iniziali di implementazione, con pochi casi che hanno implementato ecosistemi di dati su larga scala. Le principali sfide riguardano le persone, in particolare la cultura e la fiducia, oltre ai problemi tecnologiche.
Il rapporto indica che coloro che hanno già implementato ecosistemi di dati collaborativi o sono nel mezzo di una fase di implementazione, stanno già ottenendo vantaggi significativi come una migliore esperienza dei cittadini e una migliore elaborazione di politiche basate sui dati.
Verso un ecosistema aperto
Il rapporto evidenzia come gli ecosistemi di dati collaborativi stiano aiutando le organizzazioni del settore pubblico in molte aree funzionali chiave, come amministrazione, sicurezza e difesa, tasse e dogane e welfare.
Le organizzazioni che hanno implementato o stanno implementando questi ecosistemi stanno sperimentando diversi vantaggi, come un maggiore coinvolgimento dei cittadini, un aumento dell'open government, una fornitura più mirata di programmi di welfare e una maggiore sicurezza pubblica.
Inoltre, queste organizzazioni stanno diventando più resilienti contro le minacce informatiche.
Il rapporto sottolinea come gli ecosistemi di dati collaborativi stiano diventando una parte essenziale del lavoro delle organizzazioni pubbliche e come la loro adozione stia portando a un'efficace condivisione dei dati e a un miglioramento dei servizi pubblici per i cittadini.
Marc Reinhardt, Global Industry Leader for Public Sector di Capgemini, ha commentato: “Che si tratti della pandemia, di questioni sociali come la disoccupazione giovanile o delle crisi climatiche e della biodiversità: le sfide che affrontiamo oggi richiedono una risposta congiunta da parte delle istituzioni. Ecco perché devono condividere i dati in modo sistematico”.
“Creare una cultura in cui il processo decisionale sia informato da dati in tempo reale è un viaggio lungo. Tutti gli attori dell'ecosistema dei dati devono avere fiducia. Ma i benefici misurabili per l'esperienza dei cittadini e l'efficienza del governo mostrano che la condivisione dei dati migliora i risultati”, ha concluso Reinhardt.
Tendenze e ostacoli
Il rapporto del rileva che, nonostante gli evidenti vantaggi degli ecosistemi di dati collaborativi, ci sono ancora barriere che ostacolano un'adozione più ampia. Tra gli ostacoli si segnalano la mancanza di fiducia nella condivisione dei dati, la qualità dei dati coinvolti e la resistenza dei cittadini a condividere i propri dati.
Inoltre, la ricerca sottolinea l'importanza delle competenze del personale pubblico, sia nella gestione dei dati che nell'intelligenza artificiale, e la necessità di sviluppare programmi di formazione per fornire le competenze necessarie.
Solo il 55% delle organizzazioni ha riferito di aver formato i dipendenti sull'uso etico dei dati dei cittadini. L’adozione di queste competenze e di una cultura basata sui dati può però aiutare a superare queste sfide.
Per garantire il successo degli ecosistemi di dati collaborativi, è fondamentale incorporare la sicurezza e la privacy fin dalla progettazione. Ciò richiede solidi sistemi di governance e architetture di mesh di dati, nonché l'utilizzo di tecnologie come la privacy differenziale, l'apprendimento federato e la crittografia omomorfica.
Quest’approccio può equilibrare i vantaggi della condivisione dei dati con la necessità di proteggere la privacy e promuovere la collaborazione tra le organizzazioni pubbliche.