Tecnologia Intel promette CPU server potenti per l'AI
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03/11/2025

Intel torna in utile e segnala clienti pronti a firmare per i servizi di foundry una volta perfezionato il processo 18A

Intel promette CPU server potenti per l'AI

Il colosso dei chip di Santa Clara ha chiuso il terzo trimestre fiscale 2025 con numeri che hanno fatto tirare un sospiro di sollievo a Wall Street: ricavi per 13,7 miliardi di dollari, in crescita del tre percento su base annua, e soprattutto un ritorno all'utile netto con 4,1 miliardi di dollari, un cambio di rotta notevole dopo i 2,9 miliardi di rosso bruciati nel trimestre precedente. La reazione degli investitori non si è fatta attendere, con il titolo schizzato da 38 a oltre 41 dollari nelle contrattazioni after-hours di giovedì.

Eppure dietro questi dati complessivamente positivi si nascondono delle crepe significative. Il settore dei prodotti per data center ha registrato un calo dell'uno percento, mentre il business della fonderia – cruciale per le ambizioni future dell'azienda – ha perso il quattro percento dei ricavi. Sono segnali che Intel non ha ancora risolto i suoi problemi strutturali in un mercato sempre più dominato dall'intelligenza artificiale.

Il rilancio passa dai PC tradizionali

Paradossalmente, la linfa vitale per Intel in questo momento arriva dal segmento più tradizionale: i prodotti client, che hanno portato nelle casse 8,5 miliardi di dollari con un incremento del cinque percento. Il direttore finanziario David Zinsner ha spiegato durante la conference call con gli analisti che "il rinnovamento di Windows sta avvenendo in modo più significativo di quanto ci aspettassimo". Con Microsoft che ha chiuso il supporto a Windows 10, gli utenti stanno acquistando nuovi computer per passare a Windows 11, e Intel ne sta beneficiando.

Ma il mercato dei personal computer, per quanto importante, non rappresenta più il futuro della tecnologia. La vera corsa all'oro oggi si chiama intelligenza artificiale, e qui Intel sta arrancando pesantemente: Nvidia e AMD hanno conquistato il mercato delle GPU, lasciando il gigante californiano ai margini di una rivoluzione industriale che vale centinaia di miliardi di dollari.

La sfida del processo 18A e il recupero sulla concorrenza

L'amministratore delegato Lip Bu Tan ha cercato di rassicurare gli investitori parlando dei "tremendi progressi" compiuti sul processo produttivo 18A, la tecnologia che dovrebbe permettere a Intel di colmare il divario con il colosso taiwanese TSMC. L'azienda ha raggiunto la piena operatività del Fab 52 in Arizona, lo stabilimento dove produrrà i wafer di silicio con questa nuova architettura.

Intel non raggiungerà la capacità massima produttiva per il 18A prima della fine del decennio

Tuttavia Zinsner ha raffreddato gli entusiasmi con una dose di realismo: "Dobbiamo ancora scalare il 18A. Non mi aspetto aumenti significativi della capacità nel breve termine. Come abbiamo detto, non siamo al picco dell'offerta per il 18A. Infatti, non ci arriveremo fino alla fine del decennio". Una cautela comprensibile, considerando che al momento solo Microsoft ha firmato per utilizzare questo processo produttivo, un segnale della scarsa fiducia che il mercato ripone nelle capacità manifatturiere di Intel.

La scommessa sull'inferenza AI per rilanciare i server

Consapevole di aver perso il treno delle GPU per l'addestramento dei modelli di intelligenza artificiale, Intel punta ora su un altro versante: l'inferenza, ovvero l'utilizzo pratico dei modelli AI già addestrati. Lip Bu Tan ha annunciato il lancio di "generazioni successive di GPU ottimizzate per l'inferenza con cadenza annuale, caratterizzate da memoria e larghezza di banda migliorate per soddisfare le esigenze aziendali".

È una strategia che riconosce implicitamente un ruolo di inseguimento, ma che punta su un segmento destinato a crescere enormemente man mano che le applicazioni con intelligenza artificiale integrata si diffonderanno nel tessuto produttivo. Zinsner ha inoltre sostenuto che anche il tradizionale business delle CPU per server – per anni la gallina dalle uova d'oro di Intel – beneficerà del boom AI, poiché questi processori sono necessari per i nodi di testa, l'inferenza, i livelli di orchestrazione e lo storage delle infrastrutture dedicate all'intelligenza artificiale.

Il CFO ha sottolineato come alcuni clienti dei data center stiano iniziando a chiedere accordi strategici di fornitura a lungo termine per supportare i loro piani di espansione nell'AI, una dinamica che combinata con i sottoinvestimenti nelle infrastrutture tradizionali degli ultimi anni dovrebbe far crescere il mercato totale indirizzabile delle CPU per server.

Problemi di capacità produttiva e vincoli di approvvigionamento

Non tutto però fila liscio nemmeno nel presente. Intel non riesce a produrre chip a sufficienza con i suoi attuali processi Intel 7 e Intel 10 per soddisfare la domanda, ma ha deciso di non investire per aumentare la capacità. "In un certo senso, stiamo vivendo di scorte", ha ammesso Zinsner. L'azienda sta inoltre incontrando difficoltà nel reperire alcune forniture necessarie alla produzione di semiconduttori.

Il lato positivo è che Intel ha migliorato la sua situazione finanziaria riducendo il debito, il che le garantisce la liquidità necessaria per gli investimenti futuri. Il CEO Tan ha confermato che l'azienda sta assumendo il personale necessario per portare il business della fonderia ai livelli richiesti dalla competizione globale, mentre gli sforzi sul processo 14A – la generazione successiva al 18A – sarebbero già a uno stadio più maturo rispetto a quanto non fosse il 18A in una fase comparabile del suo sviluppo.

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