L'idea di un iPhone "Made in USA" è da tempo un'ossessione per molti politici americani, vista come simbolo di una rinascita del settore manifatturiero nazionale. Tuttavia, la realtà è ben più complessa. La catena di approvvigionamento globale di Apple, sviluppata nel corso di decenni, coinvolge centinaia di fornitori in decine di paesi diversi.
Secondo i rapporti ufficiali di Apple, la sua rete di produzione impiega attualmente almeno 1,4 milioni di persone in tutto il mondo, con oltre 320 fornitori coinvolti. I componenti e i materiali provengono da ogni continente, con la maggior parte della produzione concentrata in Asia.
Le sfide di una produzione USA
Spostare la produzione negli Stati Uniti comporterebbe enormi sfide logistiche e finanziarie: - Mancanza di manodopera specializzata in quantità sufficiente - Necessità di costruire nuove fabbriche e infrastrutture - Costi del lavoro molto più elevati rispetto all'Asia - Dipendenza da fornitori e materiali esteri difficile da eliminare - Tempi lunghi per riorganizzare l'intera catena produttiva
Inoltre, l'automazione spinta ipotizzata da Lutnick richiederebbe tecnologie in parte ancora da sviluppare. Anche aziende come TSMC, che stanno costruendo fabbriche negli USA, stanno incontrando difficoltà nel reperire personale qualificato localmente.
Sebbene nel lungo periodo sia possibile un aumento della produzione tech in America per ragioni strategiche, un cambiamento rapido e forzato causerebbe probabilmente gravi disruzioni economiche, carenze di prodotto e ritardi, senza garanzie di successo.
Gli esperti concordano che il reshoring della manifattura richiede tempo, investimenti ingenti e una riprogettazione dei processi produttivi. Non basta semplicemente spostare le fabbriche, ma occorre ricostruire intere filiere e competenze.
L'iPhone: un prodotto globale
L'iPhone rimane un dispositivo intrinsecamente internazionale. Solo per i quattro minerali principali (stagno, tantalio, tungsteno e oro), Apple si rifornisce da circa 200 raffinerie in 79 paesi diversi. La grande maggioranza dei fornitori si trova in Asia.
Anche prodotti come il Mac Pro "assemblato in USA" contengono in realtà componenti provenienti da tutto il mondo. La complessità di questa supply chain globale rende irrealistico immaginare una sua rapida e totale rilocalizzazione.
In conclusione, se l'obiettivo di riportare parte della produzione negli Stati Uniti è condivisibile, la visione di un iPhone interamente "Made in USA" nel breve periodo appare più una fantasia politica che un progetto concretamente realizzabile senza enormi costi e disruzioni.