Percona ha pubblicato i primi risultati della ricerca State of Open Source Database Survey 2023, che ha coinvolto circa 300 professionisti che lavorano nel settore delle basi di dati in aziende di ogni dimensione, dalle Pmi fino alle enterprise.
Secondo il rapporto, il mercato dei database è in uno stato di stasi a causa dell'incertezza economica e della ripresa post-COVID-19. La maggior parte delle organizzazioni non prevede di apportare modifiche significative alle proprie strategie di database nei prossimi tre anni.
Oltre il 70% degli intervistati afferma che le aziende stanno facendo abbastanza o molto bene nei campi dell'affidabilità, prestazioni, sicurezza, privacy, scalabilità, affidabilità e integrità del backup del database. Solo il 55% si è invece dimostrato altrettanto positivo per quanto riguarda nell'agilità degli sviluppatori, che è ultima nella lista delle 14 metriche operative raccolte.
Soluzioni di monitoraggio
Le grandi aziende hanno maggiori probabilità di utilizzare soluzioni di monitoraggio e gestione dei database, con il 93% delle organizzazioni che le implementano rispetto al 57% delle piccole imprese.
Inoltre, le piccole aziende sono maggiormente propense a utilizzare servizi on-premise e cloud per ospitare i propri database (49%) rispetto alle grandi imprese (26%). Le grandi aziende sono anche più propense a utilizzare le offerte DBaaS (32% delle implementazioni).
Joe Brockmeier, Head of Community di Percona, ha commentato: “Il rapporto indica che le strategie di implementazione dei database dovrebbero rimanere statiche per i prossimi anni, con livelli di utilizzo che rimarranno coerenti in tutte le categorie di database relazionali e non relazionali.”
“Stiamo registrando grande cautela nell'apportare modifiche significative alle implementazioni a seguito della trasformazione digitale su larga scala intrapresa durante la pandemia e del clima economico incerto che il mondo sta affrontando nel 2023”.
Tra risparmio e stabilità
L’analisi ha evidenziato ulteriori risultati riguardanti la scelta degli sviluppatori tra database open source e proprietari. Gli intervistati hanno citato la riduzione dei costi (83%) e la scelta degli sviluppatori (81%) come i fattori principali per la scelta di database open source, seguiti da un'implementazione più rapida (75%), sicurezza (73%) e maggiore controllo (73%).
Per gli intervistati che hanno implementato database proprietari, i fattori più importanti sono la stabilità (68%), la sicurezza (63%) e la conformità normativa (61%). La scelta degli sviluppatori non era tra i primi dieci motivi per implementare database proprietari, indicando una preferenza molto più ampia per le soluzioni open source per la comunità degli sviluppatori.
La maggior parte degli intervistati afferma che le proprie organizzazioni si affidano sia a database relazionali sia non relazionali: il 99% degli intervistati esegue almeno un database relazionale e l'86% esegue almeno un database non relazionale.
MySQL è il database relazionale più popolare, seguito da PostgreSQL e Oracle Server rispettivamente al 57%, 48% e 47%. MongoDB è il database non relazionale più comunemente distribuito, seguito da Couchbase e Redis.
Ann Schlemmer, CEO di Percona, ha commentato: "Gli sviluppatori preferiscono il software open source in cui hanno scelta e autonomia su come progettare e costruire le loro applicazioni. A parte i vantaggi in termini di flessibilità e prestazioni, l'open source aiuta anche le aziende a risparmiare sui costi rispetto all'esecuzione di database proprietari, che non possono essere ignorati nell'economia di oggi”.