Tecnologia Il 54% dei lavoratori USA teme l'IA per il lavoro
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29/05/2025

L'intelligenza artificiale generativa: una potente risorsa per la produttività ma anche fonte di preoccupazione per l'occupazione nel mercato americano.

Il 54% dei lavoratori USA teme l'IA per il lavoro

La rivoluzione dell'intelligenza artificiale generativa sta silenziosamente ridisegnando il panorama lavorativo italiano ed internazionale, creando un paradosso che merita di essere analizzato a fondo. Mentre le aziende celebrano i guadagni di produttività offerti da questa tecnologia, i lavoratori oscillano tra fascino e timore, tra l'entusiasmo per uno strumento che potrebbe alleggerire i carichi di lavoro e l'ansia di diventare potenzialmente obsoleti. Questo dualismo emerge chiaramente da una recente indagine condotta negli Stati Uniti che, pur provenendo da un contesto diverso, riflette dinamiche sempre più presenti anche nel mercato del lavoro europeo.

Il paradosso della minaccia percepita: "Non succederà a me"

Il fenomeno più interessante rivelato dallo studio di PYMNTS Intelligence è quello che potremmo definire il "paradosso della minaccia distante". Ben il 54% dei lavoratori americani intervistati riconosce che l'intelligenza artificiale generativa rappresenta un rischio significativo di disoccupazione di massa, ma solo il 38% teme concretamente per il proprio impiego. È la classica dinamica del "succederà, ma non a me", simile a quanto accade in Italia quando si parla di automazione: la preoccupazione esiste, ma viene proiettata sul futuro degli altri.

Questa dissonanza cognitiva risulta particolarmente accentuata tra chi ha poca familiarità con gli strumenti di IA: solo il 24% dei lavoratori che non utilizzano queste tecnologie teme per il proprio posto di lavoro, contro il 50% di chi le usa settimanalmente. Numeri che farebbero pensare a un'equazione semplice: chi conosce davvero l'IA ne teme maggiormente il potenziale distruttivo.

La correlazione tra familiarità e produttività

Chi utilizza regolarmente l'intelligenza artificiale generativa ne riconosce inequivocabilmente i vantaggi produttivi. L'indagine rivela che l'82% degli utilizzatori settimanali riscontra un aumento della propria efficienza lavorativa, percentuale che diminuisce drasticamente tra chi ha meno dimestichezza con questi strumenti. In Italia, dove l'adozione di tecnologie avanzate nelle PMI procede spesso a rilento, questo divario potrebbe risultare ancora più marcato.

Chi conosce meglio l'IA teme di più, ma ne apprezza maggiormente i benefici.

Il settore tecnologico emerge come l'ambiente dove la percezione di "sostituibilità" raggiunge il suo apice. Non sorprende che proprio i professionisti tech, quelli che meglio comprendono le potenzialità dell'IA generativa, siano anche i più consapevoli della sua capacità di automatizzare compiti precedentemente riservati all'intelletto umano. La loro preoccupazione è tangibile: il 74% degli utilizzatori frequenti ritiene che elementi del proprio lavoro potrebbero essere sostituiti dall'IA, contro appena il 27% di chi non ha familiarità con queste piattaforme.

Il divario generazionale nella percezione del rischio

Un aspetto particolarmente rilevante, che in Italia troverebbe un parallelo ancora più accentuato data la composizione demografica del nostro mercato del lavoro, riguarda il divario generazionale nella percezione del rischio. Millennials e Generazione Z mostrano livelli di preoccupazione differenti rispetto a Generation X e Baby Boomers. I più giovani, nativi digitali e tendenzialmente più adattabili ai cambiamenti tecnologici, sembrano paradossalmente più preoccupati rispetto alle generazioni precedenti.

In un contesto italiano, dove il gap generazionale nell'adozione tecnologica è particolarmente marcato e dove il sistema di welfare risponde con difficoltà alle transizioni occupazionali, questa dinamica potrebbe assumere connotazioni ancora più problematiche. La protezione dei lavoratori più maturi di fronte alla rivoluzione dell'IA rappresenta una sfida che i nostri sistemi di formazione continua non sembrano ancora pronti ad affrontare pienamente.

Tra opportunità e minacce: un futuro da co-progettare

L'indagine americana fornisce spunti di riflessione che trascendono i confini nazionali. La rivoluzione dell'IA generativa non è un fenomeno astratto o futuristico, ma una trasformazione già in atto che sta ridefinendo competenze richieste, processi decisionali e dinamiche organizzative. Le discrepanze nella percezione del rischio evidenziano la necessità di programmi di alfabetizzazione tecnologica che non si limitino agli aspetti tecnici, ma includano anche una comprensione critica dell'impatto di queste tecnologie sul futuro del lavoro.

Il paradosso italiano potrebbe essere ancora più marcato: un Paese con uno dei tassi di digitalizzazione più bassi d'Europa potrebbe trovarsi particolarmente vulnerabile di fronte a una tecnologia che avanza a ritmi esponenziali. La sfida per il sistema paese non è solo tecnologica, ma soprattutto culturale e formativa, richiedendo un ripensamento profondo di come prepariamo le nuove generazioni e aggiorniamo quelle attuali al lavoro del futuro.