Tecnologia I movimenti nel metaverso consentono di riconoscere gli utenti
Dario Orlandi
1' 42''
28/02/2023

Una ricerca ha dimostrato che si possono riconoscere gli utenti e recuperare molte informazioni personali analizzandone i pattern di movimento.

I movimenti nel metaverso consentono di riconoscere gli utenti

Un team di scienziati informatici delle università di Berkeley, Aachen e dell’azienda Unanimous AI ha scoperto che gli utenti del metaverso possono essere identificati in modo piuttosto semplice e molto preciso analizzando i dati dei sensori integrati nel visore e nel controller.

Il metaverso è uno spazio di realtà virtuale in cui gli utenti possono interagire tra loro indossando un visore 3D e impugnando strumenti di manipolazione e movimento.

Unsplash
VR Gear

L'esperienza particolarmente coinvolgente e immersiva offerta da queste soluzioni ha portato ad analizzare criticamente l’esperienza, specialmente per quanto concerne la privacy personale mentre si interagisce con il mondo virtuale.

Il team di ricerca ha quindi reclutato 50.000 volontari e li ha monitorati mentre giocavano al gioco VR Beat Saber, raccogliendo 2,5 milioni di registrazioni di dati.

Successivamente, questi dati sono stati utilizzati come base per insegnare a un sistema di intelligenza artificiale a riconoscere lievi differenze nei modi in cui le persone si muovevano quando compivano movimenti e interazioni quasi identici, ossia rispondevano agli input forniti dal gioco.

Precisione elevata

I risultati sono stati impressionanti e per molti versi davvero preoccupanti: il sistema è infatti riuscito a identificare un individuo unico con una precisione del 94%, dopo essere stato allenato su soli 100 secondi di dati di movimento.

Inoltre, lo studio dei dati di movimento ha permesso ai ricercatori di rivelare altre informazioni, come la mano dominante, l'altezza e, in alcuni casi, il genere degli utenti.

Pixabay
VR Woman

Ciò significa che i produttori di giochi ed esperienze basate sulla realtà virtuale possono facilmente e automaticamente raccogliere un gran numero di informazioni implicite sugli utenti, senza neppure doversi preoccupare di richiederle. Queste scoperte sollevano comprensibili preoccupazioni sulla privacy degli utenti.

Lo studio suggerisce che l’anonimato nel metaverso è poco più di una chimera, e i produttori di giochi, interfacce e soluzioni dovrebbero prendere in considerazione la privacy degli utenti quando sviluppano i loro prodotti.

Potrebbero ad esempio essere necessarie misure come l'anonimizzazione dei dati o la crittografia per proteggere la privacy degli utenti nel metaverso.

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