Tecnologia Germania vieta Huawei e ZTE dalle reti 6G
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17/11/2025

La Germania esclude la Cina dallo sviluppo delle reti 6G, annuncia il cancelliere Merz per garantire sicurezza e sovranità tecnologica.

Germania vieta Huawei e ZTE dalle reti 6G

La Germania alza un muro tecnologico contro Pechino. Il cancelliere Friedrich Merz ha annunciato che le future reti mobili di sesta generazione del Paese non includeranno alcuna componente proveniente da produttori cinesi, segnando una svolta definitiva nella strategia di sicurezza digitale tedesca. Si tratta di una decisione che va oltre le misure già adottate per il 5G e che riflette un orientamento sempre più diffuso in Europa verso l'autonomia tecnologica nelle infrastrutture strategiche.

L'Europa stringe i cordoni della sovranità digitale

La posizione di Berlino si inserisce in un quadro europeo più ampio dove Bruxelles sta progressivamente inasprendo le proprie politiche di protezione tecnologica. La Commissaria europea alla Sovranità Digitale Henna Virkkunen ha recentemente dichiarato che l'Esecutivo sta valutando di trasformare le linee guida del 2020 sul 5G, che consigliavano agli Stati membri di limitare l'uso di tecnologie cinesi, in una raccomandazione vincolante. Un passaggio che segnerebbe il definitivo abbandono della diplomazia dei suggerimenti a favore di divieti espliciti verso le apparecchiature provenienti da paesi extra-UE considerati ad alto rischio.

I fornitori cinesi Huawei e ZTE sono ormai classificati dalle autorità europee come soggetti problematici dal punto di vista della sicurezza nazionale. L'alternativa europea esiste, con aziende come la svedese Ericsson e la finlandese Nokia pronte a colmare gli spazi lasciati vuoti dall'esclusione dei giganti asiatici, rendendo meno traumatica la transizione rispetto ad altri settori dove la dipendenza da fornitori extra-europei è più marcata.

Il conto salato della sicurezza nazionale

I costi di implementazione aumenteranno fino al 20% senza tecnologie cinesi

Il governo tedesco non nasconde che questa scelta comporterà conseguenze economiche significative. Le stime ufficiali parlano di un incremento dei costi di implementazione delle reti fino al 20%, poiché operatori come Deutsche Telekom dovranno rivolgersi esclusivamente a produttori europei o a una rosa ristretta di fornitori non cinesi approvati. L'esperienza finlandese offre un precedente concreto: l'eliminazione dei componenti cinesi dalla rete centrale del paese scandinavo ha comportato costi di sostituzione superiori del 15-25% rispetto a quanto sarebbe costato mantenere i prodotti Huawei.

La transizione procede per gradi. Lo scorso anno la Germania ha stabilito una tabella di marcia precisa: entro la fine del 2026 le reti core mobili dovranno essere completamente libere da sistemi Huawei o ZTE, mentre per l'infrastruttura della rete di accesso radio (RAN) 5G il termine è fissato alla fine del 2029. Questa tempistica graduale è stata concepita per dare agli operatori il tempo necessario per apportare modifiche complesse senza compromettere la continuità del servizio.

Indipendenza non solo da Pechino

Intervenendo a una conferenza a Berlino, Merz ha delineato una visione strategica che guarda oltre la Cina. "Abbiamo deciso all'interno del governo che, ovunque sia possibile, sostituiremo i componenti, ad esempio nella rete 5G, con componenti di nostra produzione", ha dichiarato il cancelliere, aggiungendo un passaggio significativo: la Germania sta collaborando con la Francia per ridurre la dipendenza non solo dalla Cina, ma anche dagli Stati Uniti e dalle grandi aziende tecnologiche di qualsiasi provenienza che esercitino un dominio eccessivo.

Secondo quanto riportato da Bloomberg, Berlino starebbe valutando l'utilizzo di fondi pubblici per incentivare Deutsche Telekom e altri operatori tedeschi ad accelerare la rimozione delle apparecchiature cinesi residue, anticipando le scadenze concordate. Una mossa che conferma quanto la questione sia considerata prioritaria dall'esecutivo tedesco, al punto da giustificare un intervento diretto dello Stato con risorse pubbliche.

Un cambio di paradigma per l'industria delle telecomunicazioni

La strategia tedesca rappresenta un punto di svolta nel modo in cui le democrazie occidentali affrontano le questioni di sicurezza tecnologica. L'epoca in cui le considerazioni economiche prevalevano su quelle geopolitiche nelle scelte infrastrutturali sembra definitivamente tramontata. L'autosufficienza e l'indipendenza digitale sono diventate priorità strategiche nell'agenda europea, modificando profondamente il panorama competitivo del settore delle telecomunicazioni.

Per gli operatori tedeschi questo significa una riorganizzazione profonda delle proprie catene di fornitura, con conseguenze che si estenderanno ben oltre i confini nazionali considerando il peso della Germania nell'economia europea. La decisione di escludere a priori le tecnologie cinesi dal 6G, ancor prima che questa tecnologia diventi operativa, indica che il cambiamento non è più reversibile e che la sicurezza nazionale ha acquisito un peso determinante rispetto alle considerazioni puramente economiche che avevano caratterizzato le decisioni passate.

Fonte: key4biz.it

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