Approfondimenti Dipendenti e IA: il 67% nasconde l'uso ai propri superiori
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06/05/2025

Studio KPMG: dipendenti nascondono uso AI ai capi. 57% presenta lavoro AI come proprio. Mancano formazione e governance, serve più trasparenza.

Dipendenti e IA: il 67% nasconde l'uso ai propri superiori
Un sondaggio condotto da KPMG e dall'Università di Melbourne su 48.000 lavoratori in 47 paesi ha rivelato che il 57% degli intervistati nasconde l'utilizzo dell'intelligenza artificiale ai propri superiori, presentando come proprio il lavoro generato dall'AI.

Lo studio, intitolato "Trust, attitudes, and use of artificial intelligence: a Global Study 2025", offre uno sguardo approfondito sull'adozione dell'AI nel mondo del lavoro. I risultati mostrano come l'intelligenza artificiale sia ormai ampiamente diffusa: il 58% dei lavoratori la utilizza intenzionalmente per le proprie mansioni, e circa un terzo lo fa almeno una volta a settimana.

Nicole Gillespie, una degli autori dello studio e professoressa di management all'Università di Melbourne, ha evidenziato un livello sorprendente di attività "inappropriata, complessa e non trasparente" nell'uso dell'AI da parte dei dipendenti. Secondo Gillespie, questo comportamento è dovuto alla pressione di stare al passo con i progressi tecnologici e al timore di mettere a rischio il proprio lavoro se non si adottano questi nuovi strumenti.

Solo il 47% dei dipendenti a livello globale dichiara di aver ricevuto una formazione sull'AI.

La mancanza di formazione adeguata emerge come un problema significativo: il 66% degli impiegati utilizza strumenti di AI senza valutarne l'accuratezza delle risposte, il 48% ha caricato informazioni aziendali su strumenti di AI pubblici e il 56% ha commesso errori nel proprio lavoro a causa dell'AI.

Rischi e sfide dell'uso non trasparente dell'AI

Sam Gloede, leader globale per la trasformazione AI affidabile di KPMG International, ha sottolineato come questa situazione esponga le organizzazioni a rischi significativi, tra cui errori, violazioni dei dati e problemi di conformità. Inoltre, la mancanza di trasparenza nell'uso dell'AI sul posto di lavoro potrebbe minare la fiducia nei sistemi di intelligenza artificiale.

Gloede ha evidenziato l'importanza della fiducia come asset strategico per le organizzazioni, sottolineando la necessità che gli utenti possano contare sulle capacità tecniche, l'adeguatezza e l'affidabilità dei sistemi di AI.

L'importanza della formazione e della governance

Per costruire fiducia intorno all'AI e ottenere risultati accurati ed efficaci, le organizzazioni devono fornire una migliore formazione e governance sull'intelligenza artificiale. Lo studio ha rilevato che l'alfabetizzazione e la governance sono in ritardo nei luoghi di lavoro, con la metà degli intervistati che afferma di non comprendere l'AI e il suo utilizzo.

Gillespie ha sottolineato la necessità di una formazione sia di base sull'AI e sul suo uso etico e responsabile, sia specifica per ruolo, affinché tutti comprendano come utilizzare la tecnologia per aumentare la produttività ed evitare errori.

Nelle economie emergenti come India, Nigeria e Arabia Saudita, i livelli di fiducia nell'AI sono risultati molto più alti rispetto alle economie avanzate (82% contro 65%). Gloede ha evidenziato come questo dato correli anche con livelli più elevati di alfabetizzazione e formazione, sottolineando l'importanza di questi fattori per migliorare l'adozione e il successo dell'AI.

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