Mercato Danny Moses avverte: la bolla AI è reale
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24/12/2025

Danny Moses, trader di "The Big Short", avverte sul rischio bolla dell'IA e offre consigli per evitare perdite agli investitori.

Danny Moses avverte: la bolla AI è reale

Il mercato dell'intelligenza artificiale sta mostrando segnali preoccupanti che ricordano da vicino la bolla delle dot-com dei primi anni 2000. A lanciare l'allarme è Danny Moses, uno dei trader protagonisti della celebre operazione raccontata nel libro e film "La Grande Scommessa", che insieme a Steve Eisman nel 2008 aveva previsto e sfruttato il crollo del mercato immobiliare americano. La sua esperienza nell'identificare bolle speculative prima che esplodano rende le sue valutazioni particolarmente significative per gli investitori che oggi si trovano a navigare nel turbolento settore dell'AI.

Moses non nega la validità fondamentale della rivoluzione tecnologica in corso. La crescita del settore AI è reale e rappresenta una tendenza secolare destinata a durare nel tempo. Tuttavia, proprio come accadde con internet vent'anni fa, esiste un divario sempre più evidente tra le promesse e la matematica finanziaria sottostante.

Quando i numeri non tornano più

"La crescita era reale, ma i conti non tornavano", ha spiegato Moses a Business Insider riferendosi all'era delle dot-com. "E penso che stiamo raggiungendo un punto in cui i conti stanno iniziando a non tornare" anche nel settore dell'intelligenza artificiale. Il paragone con la bolla tecnologica di inizio millennio non è casuale: allora come oggi, l'entusiasmo degli investitori rischia di superare la capacità delle aziende di generare profitti sostenibili.

La strategia vincente secondo Moses

Il veterano di Wall Street tiene però a precisare che la sua analisi non costituisce un invito a scommettere contro il settore AI attraverso operazioni speculative ribassiste. Al contrario, rappresenta un appello agli investitori affinché conducano analisi approfondite per identificare le società davvero solide in grado di offrire un'esposizione di qualità mentre il mercato continua la sua espansione.

La chiave, secondo Moses, sta nel concentrarsi sui giganti tecnologici consolidati che dispongono delle risorse necessarie per continuare a crescere senza i vincoli che soffocano le realtà più piccole. Amazon, Google, Meta e Microsoft rappresentano le scelte più sicure in questo panorama. "Possono ridurre le spese in conto capitale in qualsiasi momento e continuerebbero comunque a generare flussi di cassa positivi, al contrario di altre società che dipendono completamente da quella spesa nell'AI", ha sottolineato.

Non tutte le azioni AI sono state create uguali

I nomi da evitare secondo l'esperto

Non tutti i colossi tecnologici meritano la stessa fiducia. Moses ha citato Oracle come esempio problematico, evidenziando gli elevati livelli di debito della società e l'ingente liquidità necessaria per soddisfare gli ordini dei clienti tecnologici. Anche Super Micro Computer e CoreWeave rientrano nella categoria delle scommesse più rischiose all'interno del settore AI, caratterizzate da volatilità eccessiva.

Gli investitori stanno finalmente cominciando a discriminare tra vincitori e perdenti, come dimostra il crescente divario di performance tra le diverse società del comparto. "Penso sia la prova che gli investitori stanno iniziando a identificare i vincitori e i perdenti di questa opportunità, e preferiscono di gran lunga avere la sicurezza di altre attività con bilanci più solidi su cui fare affidamento per esprimere il tema dell'AI", ha aggiunto Moses.

L'uranio e il fattore tempo

Tra le sue convinzioni rialziste figura anche il settore dell'uranio, sempre più considerato un componente essenziale per alimentare l'infrastruttura AI necessaria a sostenere l'industria nei prossimi anni. Tuttavia, Moses mette in guardia su un aspetto cruciale spesso frainteso nell'entusiasmo generale: la tempistica.

"Una delle operazioni che mi piacciono è l'uranio, che tematicamente dovrebbe funzionare, ma richiede un lungo periodo di tempo", ha spiegato Moses. "C'è uno sfasamento temporale tra le aspettative di crescita AI delle aziende e le tempistiche effettive necessarie per costruire l'infrastruttura che la alimenterà." Questa discrepanza tra aspettative e realtà operativa rappresenta un altro potenziale rischio per gli investitori troppo ottimisti sui tempi di realizzazione dei profitti.

L'esperienza di Moses nel prevedere crisi finanziarie conferisce particolare autorevolezza alle sue analisi. Mentre Michael Burry, suo ex collega nella grande scommessa contro i mutui subprime, ha recentemente lanciato un Substack per condividere le proprie riflessioni sugli investimenti, Moses continua a offrire la sua prospettiva sulle dinamiche di mercato più attuali, dimostrando che i protagonisti de "La Grande Scommessa" hanno ancora molto da insegnare agli investitori contemporanei.

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