Il mercato delle criptovalute sta vivendo una fase di euforia che ricorda pericolosamente la bolla delle dot-com dei primi anni 2000. Decine di aziende in difficoltà finanziaria stanno tentando una manovra disperata: trasformarsi in società di investimento in asset digitali, sperando che il solo annuncio faccia schizzare alle stelle il valore delle loro azioni. La strategia, nel breve termine, funziona spesso in modo spettacolare, ma gli esperti del settore lanciano un allarme chiaro: si tratta di un castello di carte destinato a crollare.
Quando un'azienda di sigarette elettroniche diventa crypto-company
I casi recenti sono emblematici e quasi grotteschi nella loro varietà. Una società produttrice di sigarette elettroniche ha visto le proprie azioni aumentare dell'800% dopo aver annunciato l'intenzione di accumulare BNB, il token nativo di Binance. Un'azienda europea che investe in squadre di calcio ha registrato un +400% dichiarando di voler puntare su Solana. Il record spetta però a Eightco Holdings, le cui azioni sono esplose del 5.600% con la promessa di accumulare Worldcoin, la controversa criptovaluta legata al progetto di scansione dell'iride fondato da Sam Altman di OpenAI.
Non si tratta di un fenomeno completamente nuovo. Nel 2017, bastava aggiungere la parola "blockchain" al nome aziendale per vedere il titolo salire del 500%. Ma quest'anno l'intensità del trend ha raggiunto livelli preoccupanti. A luglio, Bitmine Immersion ha annunciato una strategia basata su ethereum vedendo il proprio valore schizzare del 3.000% in soli cinque giorni, con l'analista Tom Lee di Fundstrat che entrava nel consiglio di amministrazione.
La strategia Saylor: modello di successo o miraggio pericoloso
Il fenomeno trova le sue radici nel 2020, quando Michael Saylor decise di trasformare Strategy, la sua azienda di software, in un veicolo di investimento per bitcoin. I risultati furono straordinari e innescarono un effetto domino. Secondo quanto riportato da Cointelegraph questa settimana, esistono oggi 172 società quotate che hanno adottato strategie di accumulo di bitcoin, e ben 48 di queste sono nate solo negli ultimi tre mesi.
Chris Brodersen, managing director di Eisner Advisory Group, non usa mezzi termini: "Credo ci siano aziende che vedono le criptovalute come un modo per salvarsi la pelle". Il parallelo con la bolla delle dot-com è inevitabile: piccole società che annunciano nuove iniziative tecnologiche, vedono le azioni esplodere, per poi crollare lasciando gli investitori al palo. Il problema fondamentale, secondo Brodersen, è che la maggior parte di queste aziende aveva operazioni minime o nulle nel settore degli asset digitali prima di questi annunci roboanti.
Gli esperti: la bolla si è già formata
Andrew Duca, fondatore della piattaforma di consulenza fiscale Awaken Tax, ritiene che la bolla sia già una realtà concreta. "La maggior parte delle treasury digitali non gestisce realmente attività on-chain: si limita ad acquistare token spacciandolo per 'strategia'", spiega. "È così che iniziano le bolle: aziende che inseguono tendenze senza riflettere sul perché lo facciano."
Mike Novogratz, uno dei più convinti sostenitori delle criptovalute, aveva lanciato l'allarme già ad agosto, quando il fenomeno sembrava aver raggiunto il picco. Ma le nuove "treasury" hanno continuato a moltiplicarsi come funghi dopo la pioggia. Il problema si aggrava quando i prezzi delle principali criptovalute scendono: bitcoin ed ethereum stanno vivendo una fase ribassista che trascina con sé le azioni delle società che le detengono.
Il rischio di un effetto domino devastante
La preoccupazione maggiore riguarda la leva finanziaria. Molte di queste aziende hanno contratto debiti per finanziare i loro acquisti di criptovalute. Quando i valori crollano, sono costrette a vendere per far fronte alle chiamate di margine, accelerando ulteriormente la discesa. "La fiducia svanisce rapidamente quando le persone si rendono conto che molte di queste treasury erano essenzialmente scommesse su token senza alcuna strategia reale", avverte Duca.
Chris Kline, cofondatore e COO di BitcoinIRA, prevede che l'eventuale scoppio della bolla rivelerà quali aziende hanno abbracciato le criptovalute come ancora di salvezza piuttosto che per genuino interesse strategico. Le vittime principali, secondo Kline, saranno quegli investitori che si sono buttati nella mania delle treasury senza comprendere la reale salute finanziaria delle società in cui investivano.
Come distinguere le strategie autentiche dai tentativi disperati
Per chi voglia investire in questo settore senza farsi bruciare, gli esperti consigliano di verificare alcuni elementi fondamentali. Prima di tutto, è essenziale valutare se l'azienda ha una strategia crypto effettiva o sta semplicemente cercando di cavalcare un'onda speculativa. Bisogna analizzare quali asset digitali intende detenere e perché, oltre a esaminare il modello di business sottostante.
Le penny stock che improvvisamente si reinventano come crypto holding vanno trattate con particolare cautela. Brodersen sottolinea come molte di queste società abbiano abbracciato le criptovalute solo dopo aver fallito nei loro settori originari, un segnale inequivocabile che dovrebbe far suonare tutti i campanelli d'allarme per un investitore accorto.