Mercato AI, certificati inutili: vince chi lavora sul campo
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23/10/2025

Lo studio di Foote Partners rivela che il divario salariale tra competenze AI certificate e non certificate si sta progressivamente ampliando.

AI, certificati inutili: vince chi lavora sul campo

Nel mercato del lavoro tecnologico, mentre la maggior parte delle competenze IT vede una contrazione delle retribuzioni da tre anni consecutivi, le certificazioni legate all'intelligenza artificiale seguono una traiettoria completamente opposta. Un fenomeno che sta ridisegnando gli equilibri salariali del settore e che mette in luce come il possesso di una certificazione formale in AI stia diventando sempre più determinante per i professionisti del digitale. L'analisi condotta da Foote Partners, società specializzata nello studio delle dinamiche occupazionali nel settore tecnologico, rivela un quadro in cui l'intelligenza artificiale emerge come l'unica area capace di garantire una crescita economica sostenuta.

Il primato delle certificazioni AI in un mercato al ribasso

I dati relativi al terzo trimestre del 2025 parlano chiaro: mentre l'intero comparto IT ha registrato una flessione dello 0,7% nei bonus salariali sia per competenze certificate che non certificate, le certificazioni AI hanno segnato un incremento del 12% nell'arco di dodici mesi. Questo dato assume ancora più rilevanza se confrontato con le competenze AI non certificate, che nello stesso periodo hanno subito una riduzione dell'1%. Il panorama formativo si sta rapidamente adeguando a questa tendenza, con organizzazioni come CompTIA e Cisco che stanno lanciando nuovi programmi di certificazione specificamente dedicati all'intelligenza artificiale.

David Foote, analista principale e responsabile della ricerca presso Foote Partners, ha spiegato attraverso il sito ufficiale dell'azienda che l'azienda riceve frequentemente domande sull'impatto che tecnologie emergenti come l'AI stanno avendo sulle opportunità lavorative e sui livelli retributivi. Per rispondere a questi interrogativi, l'organizzazione si affida all'IT Skills and Certifications Pay Index (ITSCPI), uno strumento sviluppato nel corso di decenni per monitorare quanto aggressivamente le imprese stiano integrando sistemi di compensazione basati sulle competenze tecniche.

La geografia dei premi salariali nell'intelligenza artificiale

Attualmente esistono 124 tra competenze e certificazioni riconducibili all'ambito dell'intelligenza artificiale, con premi salariali che oscillano tra il 7% e il 23% rispetto allo stipendio base. Tuttavia, la volatilità di questi valori è in costante aumento, riflettendo l'incertezza che caratterizza sia lo sviluppo tecnologico che l'adozione aziendale di queste competenze. Un aspetto particolarmente interessante emerso dall'indagine riguarda il divario persistente tra competenze certificate e non certificate.

Le aziende valutano i ruoli per compiti, non per titoli

Nonostante la crescita delle certificazioni, le competenze AI non certificate continuano a garantire compensi superiori: il premio medio raggiunge il 14,5% dello stipendio base, contro l'8,3% delle certificazioni. Questo dato emerge dall'analisi condotta su 476.748 professionisti tecnologici impiegati in 4.865 aziende distribuite tra Stati Uniti e Canada, un campione che offre una fotografia accurata delle dinamiche retributive nordamericane.

La trasformazione del concetto di lavoro nell'era dell'AI

Secondo Foote, le organizzazioni stanno ripensando radicalmente la struttura delle posizioni lavorative, abbandonando la tradizionale classificazione per "titoli" a favore di una suddivisione per "compiti". Questa nuova prospettiva distingue le attività completamente automatizzabili tramite agenti AI o robot, quelle che richiedono una collaborazione tra umani e intelligenza artificiale, e infine quelle esclusivamente umane. Ogni categoria richiede combinazioni diverse di competenze, in un equilibrio che continua a evolvere rapidamente.

L'indagine ha rivelato che nel terzo trimestre 2025, su un totale di 1.371 competenze e certificazioni tecnologiche monitorate, ben 404 (il 30%) hanno registrato variazioni nel loro valore di mercato. Si tratta di un aumento significativo rispetto alle 280 (21%) dello stesso periodo dell'anno precedente. Durante il trimestre analizzato, 161 competenze hanno visto aumentare il proprio valore, mentre 243 hanno subito una diminuzione, un'inversione rispetto al trimestre precedente dove crescita e declino erano sostanzialmente equilibrati.

Le competenze più remunerative oltre l'intelligenza artificiale

Le competenze non certificate mostrano una volatilità molto più accentuata rispetto alle certificazioni formali. Nell'ultimo anno, in media il 35% delle competenze non certificate ha subito variazioni di valore ogni trimestre, contro solo il 19% delle certificazioni. Foote Partners attribuisce questa differenza al fatto che il valore delle competenze non certificate è determinato direttamente dalla domanda di mercato, mentre le certificazioni sono maggiormente influenzate dalle strategie di marketing e promozione dei fornitori.

Al di fuori del dominio dell'intelligenza artificiale, diverse competenze tecniche non certificate garantiscono premi salariali particolarmente elevati, tra il 20% e il 23% dello stipendio base. Tra queste spiccano DevSecOps, Site Reliability Engineering, DataOps, tecnologie blockchain, architetture basate su eventi, architettura della sicurezza e analisi del rischio. Nel campo delle certificazioni, quelle orientate alla sicurezza offensiva (come OSEE, OSEP e OSWE), le certificazioni GIAC per la sicurezza e le qualifiche in project management (come PMI-PMP) offrono premi tra il 10% e il 13% dello stipendio base.

Il paradosso della popolarità delle certificazioni

Al contrario, le certificazioni in gestione di database e dati, networking e comunicazioni, oltre allo sviluppo applicativo, hanno registrato le contrazioni più marcate. Complessivamente, il premio medio per 648 certificazioni IT è sceso al 6,4% dello stipendio base, mentre per 734 competenze non certificate si è ridotto al 9,5%. Foote Partners spiega questo fenomeno con una dinamica di mercato quasi paradossale: oltre ai casi di certificazioni obsolete o eliminate, spesso il valore diminuisce proprio quando il numero di professionisti certificati aumenta eccessivamente.

Il rapporto evidenzia che maggiore è la popolarità di una certificazione, minore tende a essere il premio salariale associato. Si tratta di un principio economico fondamentale applicato al mercato del lavoro tecnologico: quando l'offerta di professionisti con una determinata certificazione supera la domanda, la scarsità diminuisce e di conseguenza anche il valore di mercato subisce un calo. Un meccanismo che i professionisti del settore dovrebbero considerare attentamente nella pianificazione del proprio percorso formativo e di sviluppo professionale.

Fonte: cio.com

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