La rivoluzione del linguaggio performativo
L'ascesa di Searle nel panorama filosofico mondiale iniziò negli anni '60 con una scoperta che avrebbe rivoluzionato la comprensione del linguaggio umano. Formatosi alla scuola di Oxford sotto la guida di J.L. Austin, il giovane americano comprese che le parole non servono solo a descrivere la realtà, ma spesso la creano dal nulla. Quando un sindaco pronuncia "Vi dichiaro marito e moglie" o quando qualcuno esclama "Ti prometto di pagarti cinquanta euro", non sta semplicemente riferendo un fatto preesistente: sta letteralmente portando in essere una nuova realtà.
Questa intuizione, sviluppata nel suo capolavoro "Speech Acts" del 1969, demoliva secoli di tradizione filosofica che vedeva nel linguaggio uno strumento puramente descrittivo. Il linguaggio performativo di Searle mostrava invece come le parole siano un'estensione delle nostre altre attività umane: comandare, scherzare, pregare, ipotizzare, minacciare velatamente.
Il celebre esperimento della Stanza Cinese
Ma fu nel 1980, durante un volo verso una conferenza in Texas, che Searle concepì l'esperimento mentale che lo rese famoso in tutto il mondo. La Stanza Cinese rappresentava un attacco frontale alle teorie dominanti sull'intelligenza artificiale e sulla natura della mente umana. L'esperimento immaginava un uomo rinchiuso in una stanza, che riceve attraverso una fessura fogli pieni di quello che per lui sembrano scarabocchi, ma che in realtà sono caratteri cinesi.
Seguendo scrupolosamente un manuale di istruzioni, l'uomo riscrive questi caratteri in combinazioni diverse e li rispedisce fuori. I destinatari cinesi leggono le sue risposte come perfettamente sensate, eppure l'uomo nella stanza non comprende una sola parola di cinese. Questo paradosso dimostrava, secondo Searle, che la manipolazione di simboli formali non equivale mai alla vera comprensione, smontando così le pretese dell'intelligenza artificiale di riprodurre il pensiero umano.
Il naturalismo biologico contro ogni dualismo
La filosofia della mente di Searle si muoveva su un terreno minato, cercando una via d'uscita tra due tradizioni filosofiche apparentemente inconciliabili. Da una parte c'erano i materialisti puri, che riducevano tutto a processi fisici; dall'altra i dualisti, che separavano nettamente mente e corpo. Searle propose una terza via: il naturalismo biologico, che considerava gli stati mentali come fenomeni completamente naturali ma irriducibili ai semplici processi fisici.
"Nessuno ha mai considerato il proprio dolore terribile o la propria preoccupazione più profonda e concluso che possano essere interamente definiti in termini di cause ed effetti", argomentava in "Intentionality" del 1983. La soggettività della coscienza era per lui un fatto oggettivo del mondo, non un'illusione da dissolvere o un mistero insolubile da accettare.
La costruzione della realtà sociale
Negli ultimi decenni della sua carriera, Searle si dedicò a quello che definì "filosofia della società", un campo di studi che contribuì a fondare. La sua domanda fondamentale, posta in "Making the Social World" del 2010, suonava quasi come una sfida all'universo stesso: come è possibile che in un cosmos fatto solo di particelle fisiche possano esistere coscienza, linguaggio, società, etica ed estetica?
La risposta di Searle era tanto semplice quanto rivoluzionaria: istituzioni come il denaro, la proprietà, le elezioni o i confini nazionali non sono costruzioni sociali arbitrarie, ma fatti oggettivi creati dalla nostra "intenzionalità collettiva" resa possibile dal linguaggio. Una banconota da venti euro ha valore reale non perché lo stabiliamo individualmente, ma perché lo riconosciamo collettivamente attraverso accordi linguistici condivisi.
Battaglie intellettuali e controversie personali
La carriera di Searle fu costellata di dispute feroci con alcuni dei più importanti filosofi contemporanei. Con Daniel Dennett, materialista convinto, si scontrò sulla natura della coscienza; con Jacques Derrida, decostruzionista francese, sulla realtà del linguaggio. Questi confronti, spesso caratterizzati da toni aspri che riflettevano il suo "stile da cowboy" e la sua voce ruvida, divennero leggendari negli ambienti accademici internazionali.
Tuttavia, la brillante carriera accademica di Searle si offuscò negli ultimi anni a causa di accuse di molestie sessuali. Nel 2017 venne intentata una causa contro di lui e, dopo che l'università accertò violazioni delle politiche istituzionali, nel 2019 gli fu revocato lo status di professore emerito, gettando un'ombra sulla sua eredità intellettuale.