Il controllo delle frontiere europee si prepara a una rivoluzione tecnologica che cambierà radicalmente l'esperienza di viaggio per milioni di turisti. Dal 12 ottobre prossimo, chiunque non sia cittadino dell'Unione Europea dovrà sottoporsi a scansioni biometriche per entrare in gran parte del continente, segnando la fine dell'era romantica dei timbri sui passaporti. Il nuovo sistema rappresenta il più ambizioso progetto di digitalizzazione frontaliera mai tentato dall'UE, con implicazioni che si estendono ben oltre la semplice verifica dell'identità.
La tecnologia sostituisce i controlli tradizionali
L'Entry/Exit System (EES) richiederà a tutti i viaggiatori non comunitari sopra gli 11 anni di registrare impronte digitali, immagini facciali e dati del passaporto al primo ingresso nell'area Schengen. Questa registrazione, completamente gratuita, genererà un archivio digitale valido per tre anni che sostituirà il controllo visivo attualmente effettuato dalle guardie di frontiera. I 29 paesi coinvolti includono tutti gli stati UE più Islanda, Norvegia e Svizzera, escludendo invece Cipro e la Repubblica d'Irlanda.
La gestione del sistema sarà affidata all'Agenzia dell'Unione Europea per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, meglio conosciuta con l'acronimo eu-LISA e con sede a Tallinn, in Estonia. L'archivio conserverà i dati per tre anni, estesi a cinque in caso di mancata registrazione dell'uscita dal territorio.
Regno Unito in prima linea per i preparativi
Particolarmente significativa è la situazione del Regno Unito, dove i controlli europei operano già sul territorio britannico attraverso Dover, Folkestone e la stazione londinese di St Pancras. Il governo britannico ha stanziato 3,5 milioni di sterline ciascuno per il Porto di Dover, Eurotunnel ed Eurostar per l'installazione di chioschi di registrazione e infrastrutture necessarie.
Eurostar ha già predisposto 49 chioschi a St Pancras, stimando in due minuti il tempo necessario per la registrazione. La compagnia inizierà con i possessori di biglietti premium e i membri del club, estendendo poi il sistema a tutti i passeggeri da gennaio, includendo anche la stazione parigina Gare du Nord.
Investimenti massicci per la transizione
Eurotunnel ha comunicato al Financial Times di aver investito 80 milioni di sterline in chioschi EES e tecnologie correlate, assumendo inoltre 120 persone per assistere i passeggeri nell'utilizzo del sistema self-service. L'implementazione procederà gradualmente: pullman e camion dall'ottobre, automobili entro fine anno, con apposite aree di parcheggio dedicate alla registrazione.
Il calendario di introduzione si estenderà fino al 10 aprile 2025, permettendo un'implementazione graduale che dovrebbe minimizzare i disagi per i viaggiatori. Brussels dichiara che il sistema renderà i controlli frontalieri più efficienti, migliorerà la sicurezza e faciliterà l'applicazione della regola del visto a breve termine che limita i cittadini extra-UE a 90 giorni ogni 180 nell'area Schengen.
Critiche sulla raccolta dati
Non mancano le preoccupazioni sulla privacy. European Digital Rights, un'organizzazione che riunisce diversi gruppi di attivisti, aveva espresso nel 2018 perplessità sui livelli di raccolta dati, considerati sproporzionati e non necessari, nonostante i miglioramenti rispetto alla versione iniziale del progetto.
Il sistema conserverà dati del passaporto inclusi nome e data di nascita, date e luoghi di ogni ingresso e uscita, eventuali rifiuti di ingresso, oltre alle immagini facciali e impronte digitali archiviate in un servizio di matching biometrico. Nell'ultimo trimestre del 2026, l'UE introdurrà inoltre l'European Travel Information and Authorisation System (ETIAS), un'autorizzazione di viaggio di 20 euro valida tre anni per i 29 paesi Schengen più Malta, che interesserà cittadini di paesi esenti da visto come Australia, Canada, Regno Unito e Stati Uniti.