News Privacy vs sicurezza: Bruxelles divisa sui backdoor
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24/09/2025

Oltre 600 esperti di sicurezza si oppongono ai nuovi piani di sorveglianza considerati eccessivi e pericolosi per la privacy dei cittadini.

Privacy vs sicurezza: Bruxelles divisa sui backdoor

L'Unione Europea si prepara a discutere una delle proposte legislative più controverse degli ultimi anni, che potrebbe trasformare radicalmente il panorama della privacy digitale nel continente. Venerdì prossimo, i rappresentanti degli stati membri si riuniranno per valutare una normativa che, dietro l'obiettivo dichiarato di contrastare gli abusi sessuali sui minori, potrebbe aprire una breccia senza precedenti nelle comunicazioni private dei cittadini europei. La proposta, soprannominata "Chat Control" dai suoi detrattori, rappresenta il culmine di una battaglia triennale tra chi invoca maggiore sicurezza e chi difende i diritti digitali fondamentali.

Un progetto che divide la comunità scientifica

Il mondo accademico e professionale della sicurezza informatica ha reagito con fermezza alla proposta. Più di 600 esperti, ricercatori e professionisti del settore hanno firmato una lettera aperta che definisce il progetto impraticabile e altamente invasivo. Matthew Green, professore associato di informatica presso il Johns Hopkins Information Security Institute, non ha usato mezzi termini: se implementata, la legislazione rappresenterebbe "un disastro per la sicurezza nazionale".

La critica più severa riguarda i tassi di falsi positivi, stimati intorno al 10%. Questo significa che un numero significativo di cittadini innocenti potrebbe essere erroneamente accusato di crimini gravissimi, con conseguenze devastanti per la loro reputazione e vita privata. Per un crimine così serio, un margine di errore del genere è semplicemente inaccettabile, sostengono gli esperti.

Le reazioni dell'industria tecnologica

Le aziende che gestiscono servizi di messaggistica crittografata si trovano in una posizione particolarmente delicata. Signal, considerato il punto di riferimento per la crittografia end-to-end, ha già annunciato la sua intenzione di opporsi fermamente a qualsiasi tentativo di implementazione. WhatsApp, iMessage, Telegram e altri servizi simili dovrebbero trovare modi per aggirare le proprie stesse protezioni di sicurezza, qualcosa che tecnicamente risulta estremamente complesso se non impossibile.

"È fantascienza pura", secondo il crittografo belga Bart Preneel

Hanna Bozakov, portavoce di Tuta, ha dichiarato che l'azienda non si piegherebbe alle nuove regole e valuterebbero persino il trasferimento delle operazioni fuori dall'UE. Tuttavia, la strategia prevede prima una battaglia legale: "Faremo causa, perché siamo abbastanza certi che questo non reggerà in tribunale. Non si può fare perché abbiamo diritti alla privacy nella Costituzione dell'UE".

I precedenti internazionali e le resistenze

Il Regno Unito ha già approvato una legislazione simile, ma con un'importante ammissione: le tecnologie necessarie per la scansione dei messaggi non sono ancora disponibili. I tentativi di implementazione sono falliti e hanno attirato le critiche degli Stati Uniti, che hanno espresso chiaramente la loro disapprovazione per tali proposte.

La situazione europea si presenta ancora più complessa. Bart Preneel, ex presidente dell'International Association for Cryptologic Research, ha sottolineato come l'ultima bozza della proposta pretenda di rilevare non solo i contenuti di abuso noti, ma anche quelli "nuovi e futuri". Un obiettivo che definisce pura fantascienza, basato sulla convinzione errata che l'intelligenza artificiale possa svolgere questo compito in modo affidabile.

Le implicazioni per la sicurezza nazionale

Gli esperti avvertono che l'introduzione di backdoor nella crittografia potrebbe trasformarsi in un'arma a doppio taglio. Matthew Green ha evidenziato come nazioni avversarie potrebbero considerare tali vulnerabilità come un "Progetto Manhattan" digitale, sfruttandole per accedere a tutti i dati sensibili. La scansione lato client, dall'altra parte, creerebbe quello che definisce un incubo per la privacy.

Il paradosso della proposta è evidente: mentre si cerca di proteggere i minori, si rischia di compromettere la sicurezza digitale di tutti i cittadini europei. Le comunicazioni governative e militari sarebbero esentate dal controllo, creando una disparità di trattamento che solleva ulteriori questioni etiche e legali.

Un futuro incerto

La proposta, promossa dalla delegazione danese che attualmente detiene la presidenza dell'UE, dovrebbe andare al voto completo il mese prossimo. Tuttavia, fonti informate suggeriscono che alcuni stati membri stiano riconsiderando la loro posizione. La delegazione tedesca, storicamente scettica verso queste misure, potrebbe richiedere un rinvio per ulteriori valutazioni.

Il dibattito di venerdì rappresenterà un momento cruciale per il futuro dei diritti digitali in Europa. La decisione che emergerà avrà ripercussioni che andranno ben oltre i confini continentali, influenzando il modo in cui democrazie di tutto il mondo bilanceranno sicurezza e privacy nell'era digitale.

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