I chatbot e gli strumenti basati su IA sono diventati ormai parte della quotidianità di molti professionisti: i sistemi intelligenti sono in grado di velocizzare e facilitare il lavoro, aumentando la produttività e la soddisfazione.
Secondo Shashank Tiwari, co-fondatore e CEO di uno.ai, le macchine potrebbero essere ancora più intelligenti di come sono ora, capaci di non solo di agire in maniera reattiva, ma soprattutto proattiva.
Tiwari parla di agenti capaci di pensare e prendere decisioni estraendo i fatti oggettivi e analizzandoli. I risultati, al contrario di quelli dei modelli attuali, mostrano una profonda comprensione del contesto, delle sfumature culturali e anche un certo grado di empatia.
L'obiettivo è avere degli agenti capaci di agire al posto degli esseri umani, aiutandoli a raggiungere i loro obiettivi. In molti casi gli utenti sanno di cosa hanno bisogno, ma non hanno le conoscenze sufficienti per porre le domande giuste o fornire alle macchine le istruzioni per proseguire; con quella che Tiwari identifica come una "nuova iterazione di automazione", i chatbot diventeranno "pensanti" e potranno tradurre le idee in realtà senza una stretta supervisione.
Ma cos'è che rende le macchine intelligenti? Per Tiwari si tratta delle capacità di introspezione, riflessione e decisionale: se finora i chatbot si sono limitati a rispondere a una richiesta, attendendo un feedback utente per procedere, gli agenti intelligenti potranno decidere in autonomia quale strada prendere di fronte a più possibilità. Sarebbero le macchine stesse a definire l'albero decisionale che le porta a un risultato, adattando ogni scelta al contesto.
In modo analogo, si possono immaginare macchine che aiutano l'utente non solo quando è lui a chiederlo, ma anche non appena comprendono che si trova in difficoltà. Questi sistemi, assimilando il contesto e il modo di lavorare del singolo, possono identificare i passaggi più complessi necessari a completare un task e fornire assistenza in modo proattivo, partecipando alle attività "da pari".
Il passo successivo è fare in modo che le macchine siano in grado di parlare tra loro per moltiplicare le proprie capacità; per questo sarà necessario sviluppare interfacce ottimizzare per la comunicazione macchina-macchina che permetteranno ai sistemi di interagire, scambiandosi informazioni e "ragionando" in modo collettivo.
Anche se alcune di queste interazioni sono complesse da sviluppare, l'intelligenza artificiale sta evolvendo rapidamente e nei prossimi anni consentirà di creare sistemi più autonomi, capaci di eseguire task senza anche senza il monitoraggio umano. Come sempre, l'innovazione deve andare di pari passo con un'attenta valutazione dei rischi e con lo sviluppo di linee guida per garantire la sicurezza dei sistemi.