Tecnologia Germania esclude Huawei e ZTE dalle reti 6G
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18/11/2025

La Germania esclude tecnologie cinesi per le reti 6G: lo annuncia il cancelliere Friedrich Merz in una decisione strategica per il futuro digitale.

Germania esclude Huawei e ZTE dalle reti 6G

La Germania alza definitivamente le barriere contro i fornitori tecnologici cinesi nel settore delle telecomunicazioni. Il cancelliere Friedrich Merz ha annunciato che Berlino escluderà categoricamente le tecnologie prodotte da Huawei e ZTE dalle future reti mobili di sesta generazione, segnando un punto di svolta nella strategia europea di autonomia tecnologica. La mossa rappresenta un'accelerazione rispetto alle già stringenti limitazioni imposte sulle infrastrutture 5G e si inserisce in un quadro continentale sempre più orientato verso l'indipendenza digitale.

Il costo della sovranità tecnologica

La scelta tedesca comporterà un prezzo economico significativo per gli operatori di telecomunicazioni nazionali. Le stime del governo di Berlino indicano che i costi di implementazione delle reti 6G potrebbero lievitare fino al 20% rispetto a uno scenario che includesse fornitori cinesi. Operatori come Deutsche Telekom dovranno rivolgersi esclusivamente a produttori europei come Ericsson e Nokia, oppure a una lista ristretta di fornitori extra-comunitari preventivamente approvati dalle autorità.

Un precedente illuminante arriva dalla Finlandia, dove la sostituzione dei componenti cinesi dalle reti core ha generato un incremento dei costi compreso tra il 15% e il 25%. Nonostante l'onere finanziario, la Commissione Europea considera queste spese un investimento necessario per garantire la sicurezza delle infrastrutture critiche continentali.

La roadmap di eliminazione graduale

Il processo di disimpegno dalla tecnologia cinese segue una tabella di marcia già definita per le reti 5G. Entro la fine del 2026, le reti core mobili tedesche dovranno essere completamente ripulite da sistemi forniti da Huawei o ZTE. Per quanto riguarda l'infrastruttura RAN (Radio Access Network), invece, il termine ultimo è fissato al 2029, con una clausola che permetterà di mantenere hardware cinese solo se gestito attraverso software di amministrazione prodotto da aziende non cinesi.

L'autonomia digitale europea diventa priorità strategica irrinunciabile

Fonti vicine al governo tedesco, riportate da Bloomberg, rivelano che Berlino starebbe valutando l'utilizzo di fondi pubblici per accelerare la transizione. L'ipotesi prevede sovvenzioni dirette a Deutsche Telekom e agli altri operatori nazionali per anticipare la rimozione delle apparecchiature cinesi rispetto alle scadenze concordate, un segnale dell'urgenza percepita dalle autorità tedesche.

La strategia europea di autonomia digitale

La decisione tedesca sul 6G non è un'iniziativa isolata ma si inserisce perfettamente nel paradigma di sovranità digitale promosso dall'Unione Europea. La Commissaria alla Sovranità Digitale Henna Virkkunen ha recentemente annunciato che Bruxelles sta considerando di trasformare il toolbox sul 5G del 2020 – che attualmente raccomanda agli Stati membri di evitare tecnologie cinesi – in una direttiva vincolante. Si passerebbe quindi da una semplice raccomandazione a un divieto esplicito delle apparecchiature provenienti da fornitori extra-europei classificati come ad alto rischio.

La classificazione di Huawei e ZTE come fornitori ad alto rischio rappresenta il pilastro su cui si fonda l'intera architettura delle restrizioni europee. Questa categorizzazione riflette le preoccupazioni condivise dai governi continentali riguardo alla sicurezza nazionale e alla protezione dei dati sensibili che transitano attraverso le infrastrutture di telecomunicazione.

Oltre la Cina: una visione di indipendenza multipolare

Intervenendo a una conferenza berlinese, Merz ha delineato un orizzonte strategico ancora più ampio. "Abbiamo deciso all'interno del governo che, ovunque sia possibile, sostituiremo i componenti, ad esempio nella rete 5G, con componenti di nostra produzione", ha dichiarato il cancelliere. Ma la sua visione non si limita al contenimento cinese: Merz ha sottolineato che la Germania sta collaborando con la Francia per ridurre la dipendenza nazionale non solo dalla Cina, ma anche dagli Stati Uniti e dalle grandi corporation tecnologiche che esercitano un dominio eccessivo sul mercato.

Questa prospettiva trilaterale – che punta a bilanciare i rapporti con Pechino, Washington e i giganti tech americani – testimonia l'ambizione europea di costruire un ecosistema digitale realmente autonomo. L'approccio tedesco-francese mira a creare alternative tecnologiche sviluppate internamente, riducendo la vulnerabilità strategica dell'Europa nei confronti di tutte le potenze esterne, indipendentemente dalla loro collocazione geopolitica.

Il vantaggio competitivo europeo

A differenza di altri settori tecnologici dove l'Europa dipende fortemente da fornitori extracomunitari, nelle telecomunicazioni wireless il continente dispone di campioni industriali di livello mondiale. La presenza di Ericsson e Nokia offre a Bruxelles e ai governi nazionali la possibilità concreta di implementare politiche restrittive senza paralizzare lo sviluppo delle infrastrutture digitali. Questa specificità settoriale spiega perché le telecomunicazioni siano diventate il terreno privilegiato per testare le politiche di autonomia strategica europea, con limitazioni molto più stringenti rispetto ad altri comparti tecnologici dove alternative credibili scarseggiano o sono inesistenti.

Fonte: key4biz.it

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